Il totoministri del governo giallorosso

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-09-04

Conte potrebbe salire già oggi al Quirinale con la lista dei ministri: Gualtieri all’Economia, Bonafede alla Giustizia e Fioramonti all’Istruzione sono i nomi più gettonati. Tra i renziani Guerini, Ascani e Lotti (?)

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Dopo l’ok di Rousseau al governo M5S-Bis Giuseppe Conte si appresta a salire al Quirinale per sciogliere la riserva e dare il via all’esecutivo giallorosso. Ma manca ancora qualche casella alla lista dei ministri, quella di Luigi Di Maio in testa: il Capo Politico del M5S, sulla scia di Alfano, potrebbe finire al ministero degli esteri.

Il totoministri del governo Conte Bis

Sui giornali di oggi impazza il totoministri. Per la poltrona di sottosegretario alla presidenza del Consiglio ballano il nome di Roberto Chieppa (ora segretario generale di Palazzo Chigi) ma si pensa anche a Giuseppe Busìa (segretario generale della autorità garante della Privacy) che potrebbe così completare la squadra di Palazzo Chigi già affidata da Conte ad Alessandro Goracci. Poi ci sono Di Maio agli esterni e Luciana Lamorgese agli interni (con Franco Gabrielli possibile outsider) e per la Difesa si fanno i nomi di Dario Franceschini e Lorenzo Guerini, mentre Alfonso Bonafede e Giulia Grillo sarebbero confermati alla Difesa e alla Salute.

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Mentre per Franceschini balla il ritorno ai Beni Culturali (Anna Ascani potrebbe prendere il suo posto), Laura Castelli si avvicina al ministero delle Attività produttive che verrebbe diviso dal Lavoro (assegnato stavolta al grillino Nicola Morra). La renziana Teresa Bellanova, ex Cgil, andrebbe all’Agricoltura depurata però dalla delega al Turismo che torna in area Beni culturali.

Roberto Gualtieri ministro dell’Economia?

Tutti i giornali danno Roberto Gualtieri pronto a prendere il posto di Giovanni Tria al ministero dell’Economia. Repubblica sostiene che il chirurgo di Tor Vergata e senatore cinquestelle, Pierpaolo Sileri, potrebbe andare alla Salute.

Anche Roberto Fico intende promuovere un suo uomo nell’esecutivo. E il nome che va per la maggiore è quello di Luigi Gallo all’Istruzione. E ancora, Serena Sorrentino – della Cgil funzione pubblica – al ministero della Pubblica amministrazione, ed Enzo Amendola alle Politiche Ue. I cinquestelle progettano anche la promozione dell’attuale capogruppo alla Camera Francesco D’Uva ai Rapporti con il Parlamento, se Guerini venisse dirottato agli Affari regionali.

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Secondo Repubblica sperano Lorenzo Guerini e Gianni Cuperlo. Il primo, dato praticamente per fatto alla Difesa, verrebbe indicato per i Rapporti con il Parlamento. Il secondo è in ballottaggio con Peppe Provenzano, giovane dem in segreteria, per un altro ministero: il Sud o i Beni culturali, se la renziana Anna Ascani dovesse perdere la sfida d’area con Ettore Rosato. Anche per La Stampa confermato il Tesoro al Pd – pedina di scambio per lasciare Conte premier – in via XX Settembre dovrebbe andare l’eurodeputato Roberto Gualtieri.

A questo boccone pregiato va aggiunto il commissario Ue: sarà Paolo Gentiloni, con buona probabilità, ad accaparrarsi gli Affari economici e la vicepresidenza a Bruxelles. Salva Giulia Grillo alla Sanità (fino alla fine nel M5S hanno spinto per Pierpaolo Sileri), esce Elisabetta Trenta: la Difesa andrà al Pd.  Quasi sicuro Lorenzo Guerini, anche se nella bozza serale risultava ancora in forse Dario Franceschini. L’ex segretario del Pd, altro fautore dell’accordo, sembrava destinato a tornare ai Beni culturali. Perso il posto da vicepremier e da sottosegretario, (e con Andrea Orlando fuori dal governo e vicesegretario unico di Zingaretti), sarà lui il capo della delegazione del partito durante i vertici con Conte. Stesso ruolo avrà Di Maio.

I ministeri economici

Sempre secondo La Stampa ai Rapporti con il Parlamento dovrebbe andare Riccardo Fraccaro (anche se per lui ieri si parlava di Pubblica amministrazione o il nuovo ministero all’Innovazione). Non riuscendo a strappare le Infrastrutture al Pd (ci andrà Paola De Micheli) Stefano Patuanelli è invece stato dirottato allo Sviluppo economico. Secondo il Messaggero invece alla Salute potrebbe andare un Dem, ma anche in quota Leu Vasco Errani, ex governatore dell’Emilia-Romagna, nome accreditato anche per il ministero degli Affari regionali.

Ma a sinistra, che difficilmente potrà esprimere più di un ministro, ci sono altre variabili: Roberto Speranza o, ancora, Rossella Muroni, che potrebbe puntare all’Ambiente, dove però il generale Sergio Costa, in quota M5S, è molto stimato anche dal Nazareno.

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All’Istruzione è favorito il grillino Fioramonti, alla Pubblica amministrazione Morra. Per il Ministero del Sud c’è la possibile conferma della grillina Barbara Lezzi. Se invece questa casella toccherà al Partito democratico, in pole position è il siciliano Giuseppe Provenzano, 37 anni, vicedirettore dello Svimez (il maggiore centro studi per il Mezzogiorno).

I nomi nuovi del Fatto sono Luca Lotti alla Difesa mentre il Pd pare averla spuntata sulla parità dei ministri (8 a 8, per un esecutivo di 16 persone), grazie alla “cessione” della Farnesina, ma alcuni dicasteri sono ancora contesi. Poi, la necessità di una folta rappresentanza femminile.

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