Totoministri, forse ci siamo. Ma Berlusconi chiede ancora la Giustizia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-10-18

I tempi stringono. Entro una settimana dovrà esserci il giuramento al Colle, ma prima ci sono le consultazioni

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Il tempo stringe e occorre rispettare il calendario fitto che prevede – secondo le intenzioni italiane – il giuramento e la formazione definitiva del nuovo governo entro martedì 25 ottobre. Una settimana, ma anche meno, per Giorgia Meloni che è ancora alle prese con le trattative tra i partiti di maggioranza. Ma dopo l’incontro con Silvio Berlusconi, le carte sul tavolo sembrano essere scoperte. Non solo per suddivisione dei vari dicasteri alle diverse anime della coalizione, ma anche per i nomi del totoministri. E, a quanto pare, l’ultimo nodo da sciogliere riguarda il Ministero della Giustizia.

Totoministri, l’accordo nel centrodestra (con il nodo sulla Giustizia)

Le tappe, oramai, sono state stabilite. Domani la Camera e il Senato voteranno per nominare i quattro Vicepresidenti di ciascuna Aula, poi da giovedì inizieranno le Consultazioni (si partirà dai senatori e vita, prima dei colloqui separati con Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana in qualità di Presidenti, rispettivamente, di Montecitorio e Palazzo Madama). Il giorno successivo potrebbe – dopo le consultazioni con i partiti – potrebbe già arrivare l’incarico (con riserva) a Giorgia Meloni. Poi quattro giorni per ufficializzare la lista dei Ministri, la consegna dell’elenco al Capo dello Stato e il giuramento. Un calendario fitto, soprattutto per quel che riguarda le ultime definizioni del totoministri. Ma con l’incontro di ieri nella sede di Fratelli d’Italia in via della Scrofa, molti (ma non tutti) i nodi sembrano essere venuti al pettine.

Berlusconi sembra esser riuscito a “strappare” la promessa di 5 ministeri che finiranno sotto la guida di esponenti di Forza Italia: le Riforme a Maria Elisabetta Alberti Casellati, la Pubblica Amministrazione ad Alessandro Cattaneo, l’Università e la Ricerca ad Anna Maria Bernini, gli Esteri ad Antonio Tajani (che sarà anche vicepremier) e la Transizione Ecologica e Gilberto Picchetto Fratin. Stesso numero di ministeri che dovrebbero finire nelle mani della Lega: Matteo Salvini alle Infrastrutture (e il ruolo di vicepremier), Roberto Calderoli agli Affari Regionali, Gian Marco Centinaio all’Agricoltura (ruolo già ricoperto durante il governo Conte-1), Giuseppe Valditara all’Istruzione e Simona Baldassare alla Disabilità.

Fratelli d’Italia e il capitolo “tecnici”

A questi nomi, però vanno aggiunte anche due personalità vicine alla Lega che sarebbero indicate – nel totoministri – come “tecnici”: Matteo Piantedosi al Ministero dell’Interno e Giancarlo Giorgetti all’Economia. Il resto dei dicasteri dovrebbe finire nelle mani del partito che ha vinto le elezioni: Adolfo Urso alla Difesa, Guido Crosetto allo Sviluppo Economico, Marina Elvira Calderone al Lavoro, Raffaele Fitto agli Affari Europei, Chiara Colosimo alla Gioventù e Sport, Francesco Rocca alla Salute (anche se restano ancora in ballo due figure considerate apartitiche come Guido Bertolaso e Letizia Moratti), Daniela Santanchè al Turismo, Nello Musumeci al Sud, . Poi ci sono il Ministero della Cultura che dovrebbe finire sotto la guida di Giordano Bruno Guerri (in area Fratelli d’Italia) e quello per i Rapporti con il Parlamento che dovrebbe andare a Maurizio Lupi.

Resta in ballo un dicastero, quello della Giustizia. Silvio Berlusconi lo reclama da tempo e continua a mettere sul tavolo la carta dell’ex Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati (che, però, potrebbe essere paracadutata – come detto – al Ministero per le Riforme). Perché Giorgia Meloni sembra essere intenzionata a tirare dritto e puntare tutto sull’ex magistrato – ora eletto alla Camera dei deputati proprio con Fratelli d’Italia – Carlo Nordio. Questo sembra essere uno degli ultimi nodi da scegliere prima di far partire il conto alla rovescia verso le consultazioni e la formazione del governo.

(Foto IPP/Felice De Martino )

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