Chi è il ministro che blocca la soluzione per le Grandi Navi a Venezia?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-06-02

Salvini indica un ministero romano come colpevole dell’incidente tra una grande nave e un battello nel canale della Giudecca a Venezia. Con chi ce l’ha? Ci sono due indiziati. E un solo “colpevole”

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Mi risulta che una soluzione fosse stata trovata e condivisa, mi risulta che qualcuno aveva messo intorno a un tavolo tutti, predisponendo una soluzione che prevedeva alcune navi a Porto Marghera e l’allargamento di un canale, ma che tutto sia stato bloccato perché è arrivato un no da un ministero romano”: Matteo Salvini ha evidentemente voglia di litigare con il MoVimento 5 Stelle visto che oggi ha accusato uno di loro (o di quelli nominati da loro) anche per la collisione tra una grande nave e un battello nel canale della Giudecca a Venezia.

Chi è il ministro che blocca la soluzione per le Grandi Navi a Venezia?

Ora, attenzione: con chi ce l’ha Salvini? Lui non dice il nome del ministro responsabile, ma aggiunge che il ministero “non è della Lega”. E già che c’è getta nella polemica anche la TAV: “Sono stufo dei no perché con i no l’Italia va a fondo. Facciamo che da giugno ricominciano i sì”. Prima dell’uscita del ministro dell’Interno avevano parlato con le agenzie di stampa non meglio precisate fonti del ministero delle Infrastrutture: “I ministri interessati si vedranno a breve scadenza per tirare le somme sulle opzioni progettuali individuate allo scopo di trovare la soluzione definitiva migliore, che arriverà presumibilmente entro il mese di giugno, per allontanare le grandi navi da crociera dalla Giudecca e da San Marco“.

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La collisione tra la nave da crociera MSC e il battello turistico a Venezia

Il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, avevano spiegato quindi fonti del Mit, sta per completare il lavoro sul protocollo fanghi, per il quale, vista la delicatezza del dossier, ha deciso di chiedere anche un parere all’Avvocatura dello Stato. Il protocollo è necessario alla caratterizzazione dei canali.

Salvini punta il ministro delle Grandi Navi

Questo però non spiega con chi ce l’abbia Salvini: è Toninelli, con cui non corre buon sangue, il suo obiettivo? Secondo le cronache dei tempi, a settembre il ministro aveva detto di voler portare le navi più grandi a Marghera, finendo poi per rimangiarsi parzialmente l’affermazione dopo le critiche del Comitato No Grandi Navi. Ma sulla questione dell’approdo a Marghera c’è un punto sul quale a porre il veto è il ministero dell’Ambiente: l’idea prevede “l’ingresso dalla bocca di Malamocco percorrendo canali per approdare a Marghera o proseguire per raggiungere la Marittima attraverso il canale Vittorio Emanuele”, ma, spiega Ytali, il ministero dell’ambiente guidato da Sergio Costa e la capitaneria di porto hanno evidenziato che la soluzione comporta “scavi e mobilitazione di milioni di metri cubi di fanghi per lo più inquinati, mettendo a rischio il già delicato equilibrio idrodinamico e morfologico della laguna“.

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Ma anche Filippo Olivetti, consigliere delegato alle Infrastrutture di Confindustria Venezia Area Metropolitana di Venezia e Rovigo, indica il ministero delle Infrastrutture come responsabile: “Le soluzioni proposte dal Comune di Venezia e dalla Regione del Veneto attendono ancora una risposta da parte del ministero delle Infrastrutture”. E alla fine la Lega fa il nome del responsabile: “Il piano alternativo per tutelare la laguna, il turismo e soprattutto le persone dai rischi di incidenti nel porto di Venezia causati dal passaggio delle grandi navi era già pronto dallo scorso novembre. Peccato che sia stata bloccato subito dal Mit e che in tutti questi mesi il ministro Toninelli non abbia più preso una decisione definitiva limitandosi all’ipotesi, assurda per molti, di far attraccare le navi a Chioggia, ossia in mare aperto”, scrivono il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, e la deputata veneziana della Lega in Commissione Trasporti, Ketty Fogliani.

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“Il piano alternativo per tutelare la laguna, il turismo e soprattutto le persone dai rischi di incidenti nel porto di Venezia causati dal passaggio delle Grandi navi – spiega la Lega in una nota – era già pronto dallo scorso novembre: una soluzione già individuata e peraltro già condivisa da Autorità portuale, Regione Veneto, Comune di Venezia e armatori delle compagnie di crociera rispettosa dell’equilibrio ambientale e del patrimonio architettonico e culturale del territorio”. Ma il Mit, dicono Molinari e Fogliani, l’ha “bloccata” e ora “ciò che a tutti è ormai fin troppo chiaro è che ancora una volta i ‘No’ causano danni gravissimi alla credibilità del nostro paese. Con la bella stagione ormai alle porte, il traffico crocieristico è in aumento”.

EDIT:  Deviare “in tempi ristretti, almeno parzialmente” sul canale Vittorio Emanuele III il traffico delle navi da crociera per la stagione in corso nella Laguna di Venezia. La soluzione, che dovrà passare attraverso uno studio della Capitaneria di Porto, è stata prospettata da parte del Comitato per l’ordine e la sicurezza convocato oggi dal Prefetto Vittorio Zappalorto, dopo l’incidente tra la Msc Opera e un battello fluviale nel canale della Giudecca.

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