Tommaso Cerno dal PD a Italia Viva (e quando diceva che non voleva andare con Renzi)

di dipocheparole

Pubblicato il 2020-02-19

Dopo Michela Rostan alla Camera, Tommaso Cerno lascia il gruppo del Partito Democratico al Senato e passa a Italia Viva. Oggi il gruppo fondato da Matteo Renzi vanta 30 deputati e 18 senatori. Considero “prescritta mia appartenenza al Pd”, ha detto Cerno all’Adnkronos. “Trovo che il progetto politico delle correnti Pd -Zingaretti, Franceschini, Bettini- di …

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Dopo Michela Rostan alla Camera, Tommaso Cerno lascia il gruppo del Partito Democratico al Senato e passa a Italia Viva. Oggi il gruppo fondato da Matteo Renzi vanta 30 deputati e 18 senatori. Considero “prescritta mia appartenenza al Pd”, ha detto Cerno all’Adnkronos. “Trovo che il progetto politico delle correnti Pd -Zingaretti, Franceschini, Bettini- di progettare un’Italia proporzionale dove i governi e i processi durano in eterno non corrisponde alla mia visione del paese di domani”, aggiunge. Cerno si rivolge anche a Matteo Renzi: “Credo sia ancora possibile ambire a una legislatura riformista che preveda l’elezione diretta e ridia ai cittadini la scelta autentica riguardo a chi guiderà il Paese. Invito Renzi a chiarire la posizione su questo punto”.

tommaso cerno pd italia viva

Cerno, candidato scelto da Renzi per le elezioni 2018, era in polemica con il PD da quando decise di votare con il MoVimento 5 Stelle sulla TAV. Nel settembre scorso il suo nome era girato come uno dei papabili a passare con Italia Viva, ma lui aveva smentito con una lunga nota pubblicata anche su Facebook (il suo ultimo post sulla sua pagina fino a oggi:

“Auguro a Italia viva ogni fortuna politica e personale e mi rivolgo al Pd: quel che vedo io è che dopo l’addio di Renzi, il rischio per i Dem non è tanto la fuoriuscita di dirigenti o voti in favore di Italia viva, quanto piuttosto la tentazione di qualcuno all’interno di prendere il posto che fu di Renzi per dirsi ancora una vota determinante e ricominciare la fatica di Sisifo della rincorsa all’unità. Il mio appello a Nicola Zingaretti è: fermali subito! Perché il Pd non solo superi questo scisma, ma ne esca rafforzato, deve finire immediatamente l’era delle correnti e del Cencelli”.

Il governo Conte ne è stato buon testimone: una grande scommessa politica – forse la più difficile dal 1994 – viziata da un manuale Cencelli obsoleto e degno della spartizione che, caro Pd, oggi fa rima con sparizione. Non si può governare un paese complesso come l’Italia in un momento così difficile con il pallottoliere in mano, per contare i mal di pancia di questo o quel dirigente democratico che alza la posta e non si capisce a vantaggio di chi”.
Il Pd nasceva con questa ambizione nel 2007. Se era una balla ditelo adesso! Oppure, dopo 12 anni, non si può restare ancora una sommatoria di storie personali, legami politici e poteri di veto. Fondo adesso per il bene la corrente aperta a tutti, giovani e anziani: per un Pd decorrentizzato! E incito Zingaretti ad aderire”.

Intanto il consigliere capitolino del Pd e esponente dei democratici di Roma Giovanni Zannola lo sfotte: “Il senatore Cerno che ha fatto la battaglia No Tav in dissenso dal gruppo Pd al Senato la scorsa estate, passa a Italia Viva che presenta tra due giorni con Renzi un piano shock sulle infrastrutture. Siamo alle comiche”.

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