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Toh, chi si rivede: Tuiach blocca il porto di Trieste ma i manifestanti lo portano via | VIDEO

Il consigliere del comune di Trieste eletto nelle file della Lega Fabio Tuiach ha provato a bloccare il passaggio delle auto durante la protesta anti Green Pass al porto di Trieste, ma gli stessi manifestanti lo hanno portato via: avevano stabilito che chi avesse deciso di lavorare avrebbe potuto farlo senza condizionamenti

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Vestito come un operatore portuale, gilet giallo in bella mostra, Fabio Tuiach prova a portare avanti da solo il “blocco totale” del porto di Trieste. Eletto alle amministrative del 5 giugno 2016 a Trieste in quota Lega come consigliere comunale, l’ex puglie noto per le sue posizioni ultracattoliche, antisemite, omofobe e antifemministe ha manifestato il suo dissenso contro l’obbligo di Green Pass sui luoghi di lavoro. Le sue posizioni estreme lo hanno portato a migrare dal Carroccio in Forza Nuova, fino ad essere espulso perfino dai neofascisti.

Si è schierato al fianco di chi ha deciso di scioperare, ma evidentemente non è stato avvisato della decisione raggiunta in assemblea ieri sera da parte del coordinamento portuali di Trieste di lasciar lavorare chi non avesse sposato i motivi della protesta. “Se tutti fanno come te, qua succede un casino”, gli dice uno dei cinque manifestanti impegnati a portarlo via mentre lui, urlando e sbraitando, tentava di bloccare un’auto in entrata allo scalo numero 4. “Non stiamo facendo blocchi, vada, vada, è libero”, dice un altro manifestante al malcapitato autista.

Provano a spiegarglielo più volte, lentamente, quasi arrivano a fargli un disegnino. Ma Tuiach non ci sta: “Se io non lavoro, non devono lavorare nemmeno gli altri”, è la sua argomentazione. E poi: “Non voglio il green pass, non voglio ricatti, noi non cederemo”.

Doveva essere un blocco totale, quindi, ma si è ammorbidito prima ancora di cominciare. “Stiamo lottando per la libertà, è giusto lasciare tutti liberi di decidere autonomamente”, dice al Tg3 Stefano Puzzer, responsabile del coordinamento dello sciopero. Sono circa mille i portuali che rifiutano vaccino e tamponi pagati, ma stamattina erano oltre settemila.  “Forse coloro che hanno minacciato di bloccare tutto e creato allarme, vedendo in quanti si sono opposti, ci hanno ripensato e hanno consentito oggi a chi volesse di accedere nell’area portuale”, ha commentato all’Adnkronos Marino Marini, imprenditore e amministratore dell’azienda Korman Italia Spa Trieste, situata all’interno del Porto Franco.