La manina dell’incendio al TMB Nuovo Salario non si trova (strano!)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-25

I grillini avevano puntato il dito su un complotto dietro il rogo all’impianto. Ma i vigili del fuoco non hanno trovato inneschi

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Se non ci fosse l’antipatico problema di trovare le prove per le proprie affermazioni (o le coperture per le loro leggi) il MoVimento 5 Stelle sarebbe l’imperatore del mondo. Prendiamo ad esempio il TMB Nuovo Salario: dopo il rogo che lo ha distrutto i grillini hanno puntato subito il dito sul presunto complotto ai loro danni che per sabotare la raffinata strategia sui rifiuti (che prevede la tecnica di blaterare sulla raccolta differenziata e lasciare la città nel guano) ha fatto appiccare a una manina oscura (del PD, ovvio) l’incendio.

La manina dell’incendio al TMB Nuovo Salario non si trova (strano!)

Purtroppo la delusione è dietro l’angolo. Fa sapere oggi Il Messaggero che nella lunga relazione tecnica redatta dai vigili del fuoco e consegnata alla Procura non c’è alcun riferimento ad uno o più inneschi perché non sono stati trovati nell’impianto di trattamento meccanico biologico di via Salaria andato quasi completamente distrutto nell’incendio dell’11 dicembre scorso. Una certezza che, tuttavia, sul fronte delle indagini, non delinea ancora nessun finale. Certo, la violenza delle fiamme potrebbe aver cancellato anche le prove – e di sicuro sarà di questo che parleranno – ma intanto, fa sapere Camilla Mozzetti, sono arrivati i primi indagati.

Dopo gli ulteriori accertamenti svolti dai carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico dell’Arma, e in seguito alle rilevazioni dell’Arpa Lazio, due dirigenti dell’Ama sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di getto di cose pericolose e violazioni ambientali. Tra i reperti rinvenuti nel sito – soprattutto nella parte del capannone che non è stato completamente avvolto dalle fiamme –, infatti, sempre i vigili del fuoco hanno trovato degli scarti ospedalieri.

incendio tmb roma 1

Mentre a poche ore dall’incendio i primi rilievi sull’aria decretarono l’aumento di sostanze inquinanti come le diossine. L’inchiesta, dunque, va avanti e si concentra sulle modalità di trattamento dei rifiuti, il corretto smaltimento oltre che sulla gestione dell’impianto. A partire dal sistema di videosorveglianza.

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