Tari, come ottenere il rimborso

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-11-21

Recuperare queste somme si può. Occorre armarsi di pazienza e verificare i pagamenti già effettuati

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La Stampa oggi torna sulla vicenda del rimborso della tariffa rifiuti per le quote in eccedenza, spiegando che grandi città come Milano hanno fatto pagare anche il 70-80% in più di quanto dovuto:

Per un’abitazione di 100 metri quadrati e tre pertinenze, in cui risiedono quattro persone, la cifra in eccesso arriva anche a 400 euro l’anno che spalmati su più anni, fanno un bel gruzzolo. Recuperare queste somme si può. Occorre armarsi di pazienza e verificare i pagamenti già effettuati. I Comuni però hanno già alzato le barricate e, anche in vista dei rimborsi che dovranno effettuare, preparano possibili aumenti di questa tassa per l’anno prossimo.

tari sbagliata tariffa rifiuti
TARI sbagliata: la tariffa rifiuti (Il Sole 24 Ore, 11 novembre 2017)

La Tari è infatti composta da una tariffa fissa e una tariffa variabile: quella fissa riguarda i metri quadri dell’abitazione, quella variabile è parametrata ai componenti del nucleo familiare. Ogni persona paga in media 40-50 euro per la TARI: l’errore è stato fatto sulla quota variabile relativa alle pertinenze:

Questa quota, che conteggia il numero di persone che vivono nell’abitazione, è stata applicata a ogni pertinenza dell’abitazione. Invece deve essere contata una sola volta per tutto l’immobile. Facendo l’esempio dell’abitazione da 100 metri quadri con 4 persone e 3 pertinenze: la parte variabile (parametrata su 4 persone) doveva essere considerata una volta sola. Invece è stata calcolata una prima volta per la quota del garage, una seconda per la cantina e una terza nel box auto. Vuol dire 400 euro di troppo ogni anno.

modulo rimborso tariffa rifiuti
Per questo occorre verificare il bollettino cercando le voci PF e PV: se la parte variabile è troppo elevata, è probabile che ci sia un errore. Non tutti i Comuni però indicano nel dettaglio le varie parti della tariffa. In questo caso, va chiesto il dettaglio all’amministrazione. In alternativa si possono verificare i regolamenti comunali, anche per un incrocio dei controlli. Per riavere quello che si è pagato in eccesso occorre, prima di tutto, inviare al Comune (o al gestore del servizio) una raccomandata di andata e ritorno (o una Pec – mail di posta elettronica certificata) intimando il rimborso entro e non oltre i 30 giorni. Chi non fa domanda di ricalcolo e di rimborso non otterrà nulla. Se la risposta del Comune è negativa si ha tempo 60 giorni per agire in Commissione tributaria.

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