Tampon tax e ciclo mestruale: capiamo perché la coppetta non è una scelta inclusiva

di Iacopo Melio

Pubblicato il 2021-11-01

Chiariamo quindi, una volta per tutte, alcune cose semplici ma da ricordare su assorbenti usa e getta, lavabili e coppetta mestruale

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Caro Iacopo… Ho sempre notato con interesse il tuo impegno contro la Tampon Tax (che premetto trovo giusto) oltre alla tua ultima riflessione su Next Quotidiano riguardo l’abbassamento dell’IVA al 10%.
Ho intravisto spesso spiegazioni contro la coppetta mestruale e premesso il fatto che trovo sciocco sostenere che un uomo non debba parlare di certe cose (anzi!!) potresti spiegare una volta per tutte perché? È sempre bello imparare qualcosa di nuovo!
Grazie! Mauro”

Caro Mauro, inizio subito con una premessa fondamentale: non sono assolutamente “contrario” alla coppetta mestruale, anzi, la trovo una scelta non solo economica ma anche ecologica. D’altronde utilizziamo già abbastanza il nostro pianeta come discarica a cielo aperto, se possiamo evitare una minima parte di rifiuti perché no? Diciamo, semmai, che sono per garantire tutte le opzioni possibili, affinché ogni persona possa liberamente scegliere quella che più si confà alle proprie esigenze specifiche.

In questi ultimi anni mi sono sempre confrontato con tantissimi ginecologi e soprattutto ginecologhe che ogni volta, con mia enorme soddisfazione, hanno sostenuto e apprezzato la mia divulgazione quando c’è stato da affrontare la Tampon Tax e non solo: questo non perché sia io particolarmente bravo, ma a conferma che se vogliamo muovere dei veri passi in avanti sul fronte culturale, dobbiamo far sì che gli uomini diventino alleati delle donne e, più in generale, di chiunque veda il sostegno al ciclo mestruale come un diritto da difendere, a vantaggio soprattutto delle fasce economiche più deboli della società. E attenzione: non perché le donne abbiano bisogno di Cavalieri o Principi per essere salvate, ma perché semplicemente dieci voci fanno più rumore di cinque, e un problema riconosciuto al di là dei generi assume una rilevanza maggiore.

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Venendo al tema coppetta mestruale, mi dispiace sempre constatare come ogni volta che si parli di ciclo mestruale arrivino le “groupie” della coppetta, vista spesso come soluzione a tutti i mali. Anche perché, molte volte, un certo atteggiamento “estremista” non solo rischia di far sentire in colpa, e quindi di sminuire, chiunque non adotti la stessa scelta, ma non tiene in considerazione in maniera empatica dei motivi per i quali non si è fatta quella stessa scelta, di fatto escludendo anziché includendo altre persone. E in tutto questo, viene sminuita anche l’opzione coppetta che, come dicevo, ritengo essere valida.

Chiariamo quindi, una volta per tutte, alcune cose semplici ma da ricordare (riportate da Iacopo, certo, ma dette da chi lavora su questi temi o chi li vive in prima persona)…

Coppetta mestruale: quando parlo di ciclo mestruale l’ho sempre citata come “opzione” economica ed ecologica indiscutibile, appunto, però dobbiamo considerare che non è adatta a tutte le persone che hanno il ciclo: chi soffre di patologie come vulvodinia, vaginismo o endometriosi, ad esempio, molto probabilmente non può utilizzarle (ma anche persone sane). Per questo c’è chi ha tutto il diritto di trovarcisi male nel caso in cui non la trovasse adatta alla sua singola, unica e personale situazione.

Assorbenti lavabili: “Ehhh, le nostre nonne non spendevano una lira con le pezze e non inquinavano nemmeno!!!”, leggo spesso. A parte il fatto che non è vero, perché per farle tornare pulite dopo averle utilizzate, le nostre nonne si spaccavano spesso la schiena e, comunque, anche i lavaggi hanno un costo (economico, fisico, e di tempo). Ma poi, le nostre nonne non facevano la vita sociale che abbiamo oggi: avrei voluto proprio vederle alzarsi alle 6:00 del mattino, salire in macchina o su un treno per le 7:30, entrare in ufficio e lavorare un sacco di ore di fila, pranzare al volo magari a una mensa, stare di nuovo in ufficio, tornare a casa (sempre in auto o in treno), magari dover pure preparare la cena e perché no uscire dopo, da qualche parte con amiche e amici. E per quanto qualcuno potrà obiettare che gli assorbenti multiuso di oggi sono diversi da quelli di allora, restano comunque uno “straccio sanguinoso” (estremizzo) da tenere nel proprio intimo, con effetto perennemente bagnato e, soprattutto, difficile da cambiare in un bagno pubblico (dove viene messo poi? In un sacchetto di plastica nella pochette? Ci sono donne che, in una mattina, si cambiano anche cinque volte… Come possono fare? E se ci si trova in quei bagni dove i lavabo sono in uno spazio comune, che ne è della privacy?). Inoltre, anche in questo caso, chi soffre di determinate patologie o allergie deve mantenere la massima igiene per evitare ulteriori problemi, oppure stare attento a quale materiale avere a contatto per evitare dolori ulteriori. Insomma, nemmeno loro sono adatti a tutte le situazioni…

Concludo con un evergreen: “CI SONO COSE PIÙ IMPORTANTI!!!”. Sbagliato. Ci sono, semmai, tantissime (troppe) cose importanti. E quando si appartiene a una fascia economicamente debole, gli assorbenti sono una di queste. Ve lo garantisco dai tanti messaggi che mi arrivano.

Ecco, sicuramente avrò lasciato altre motivazioni per le quali, alcune persone, hanno bisogno degli assorbenti tradizionali usa e getta, e aggiungo “purtroppo” perché, tornando alla premessa di questo articolo, le attenzioni verso il nostro pianeta non sono mai troppe. D’altronde, non vivo la cosa in prima persona ma, come sempre, mi limito ad amplificare le migliaia di esperienze dalle quali ho imparato molto e continuo a imparare. Cerchiamo di farlo tutti, con serenità, evitando di discutere in maniera presuntuosa pure circa un diritto sacrosanto che dovrebbe essere riconosciuto da tutte e tutti. E parliamo di più di ciclo mestruale, normalizzandolo, perché anche così si combatte la Tampon Tax.
Un abbraccio Mauro.

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