Il taglio all’assistenza fa perdere 1860 posti di lavoro a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-06

Secondo il Forum terzo settore a Roma sono a rischio almeno 1.860 posti di lavoro qualificati

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Il taglio dei fondi previsto dai nuovi bandi del ministero dell’Interno per la gestione dei Cas, i centri di accoglienza straordinaria, rischia di mandare per strada centinaia di migranti che si trovano a Roma in attesa di essere regolarizzati e integrati. Ma soprattutto secondo il Forum terzo settore a Roma sono a rischio almeno 1.860 posti di lavoro qualificati. Spiega oggi Repubblica Roma:

L’allarme viene da Caritas e dal Forum terzo settore. I fondi passano da 35 a 21 euro: insufficienti per garantire servizi come lezioni di italiano, assistenza psicologica e sociale, mediazione culturale. E la maggior parte delle cooperative e associazioni che gestiscono i Cas, che a Roma non sono più di 50, non ha partecipato ai bandi: impossibile garantire i servizi con una diaria di 21 euro per migrante. «Così i Cas — accusa Francesca Danese portavoce del Forum terzo settore — diventano “bed and breakfast”». Al momento molti migranti sono senza posto letto.

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La distribuzione dei centri d’accoglienza a Roma (Il Messaggero, 28 novembre 2017)

Secondo la Caritas, su un fabbisogno di 3.970 posti indicati dal Viminale per quest’anno a Roma, al momento ne sono garantiti poco più di 1.800 a causa delle scarse partecipazioni al bando. Ne mancano quasi duemila: che fine faranno i migranti senza casa? Il rischio è che vadano a ingrossare l’esercito dei 16mila invisibili. Ma il problema dei Cas parte da lontano: istituiti dal Viminale nel 2015 come misura di emergenza, sono diventati strutture fisse. Spesso si trovano in provincia, in appartamenti, alberghi, campeggi, in convenzione con la prefettura, ma senza una mappatura precisa: cambiano di anno in anno. Ospitano migranti in cerca di asilo e protezione. Tutti in attesa delle commissioni del ministero. In pratica, i Cas sono un limbo: chi ottiene l’agognato permesso va nelle strutture ex Sprar, ultima tappa prima di (provare a) farsi una vita in Italia.

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