Tafida Raqeeb e il rischio dell’ennesima strumentalizzazione pro-life

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-18

Una bambina britannica è in coma da febbraio a causa di una malformazione congenita, i medici del Royal London Hospital hanno consigliato di sospendere le terapie, che considerano ormai inutili. I genitori hanno deciso di fare ricorso all’Alta Corte per chiedere il trasferimento della bambina in Italia al Gaslini di Genova. Il pericolo però è che si rimetta in moto l’indegno circo che ha accompagnato gli ultimi istanti di vita di Charlie Gard e Alfie Evans

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Tafida Raqeeb è una bambina britannica di cinque anni. Dal febbraio scorso Tafida è ricoverata in coma al Royal London Hospital a causa di un’emorragia cerebrale. Dagli esami effettuati in questi mesi dai sanitari che hanno in cura Tafida la bambina soffre di una malformazione congenita artero-venosa che ha causato l’emorragia cerebrale. I medici ritengono che non ci siano possibilità di migliorare le condizioni di salute della bambina e che il coma sia irreversibile.

Chi è Tafida Raqeeeb

Tafida è già stata sottoposta a due interventi chirurgici che però non si sono rivelati risolutivi per la sua condizione, per questo motivo i medici del Royal London Hospital hanno prospettato ai genitori la possibilità di sospendere il trattamento e l’avvio delle cure palliative. Un portavoce del Barts Health NHS Trust ha dichiarato alla BBC che ogni tipo di ulteriore terapia “è inutile”. La decisione di “staccare la spina” al momento non è ancora stata presa, anche perché i genitori della bambina Shelina Begum, il marito Mohammed Raqeeb sostengono ci siano ancora delle speranze di salvare la vita alla piccola e hanno deciso ieri di portare il caso davanti alla High Court. Sarà il giudice a decidere qual è il miglior interesse della bambina, in quello che molti ritengono possa essere il nuovo caso Charlie Gard o il nuovo Alfie Evans due casi analoghi dal punto di vista giuridico che hanno molto scosso l’opinione pubblica.

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Anche per quanto riguarda Tafida, così come per Charlie o per Alfie, un ospedale italiano si è fatto avanti. Si tratta del Gaslini di Genova che ha accolto la richiesta dei genitori della bambina che vorrebbero trasferire Tafida in un’altra struttura «per avere un parere medico e per ricoverare la loro piccola» scrive su Facebook il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che aggiunge che «i medici, riuniti in un collegio tecnico di specialisti, hanno accettato la richiesta».

Perché la politica italiana dovrebbe evitare di strumentalizzare Tafida Raqeeb

Anche solo per poter spostare la bambina – e il trasferimento non sarà certo una cosa facile e potrebbe mettere a rischio inutilmente la sua vita – bisognerà però attendere la decisione dei giudici britannici. Il verdetto non arriverà prima del 22 luglio e fino ad allora Tafida rimarrà attaccata alle macchine che la tengono in vita e verranno continuate le terapie. È immaginabile che in ogni caso ci sarà un ricorso (o da parte dei genitori o da parte dell’ospedale) e che la battaglia legale possa protrarsi a lungo. Se il punto è ottenere un secondo parere non dovrebbe però essere difficile organizzare una visita da parte del collegio di specialisti del Gaslini a Londra. Un contatto tra le due equipe di medici – scrive l’ANSA – ci sarebbe già stato il 5 luglio scorso durante una riunione in videoconferenza dove sono stati discussi i dettagli del caso.

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Immaginate la faccia degli integralisti pro-life quando scopriranno che la mamma di Tafida è una di quelle che indossa il velo

La mamma di Tafida, che è avvocato, sostiene che le condizioni della figlia stiano lentamente migliorando: la bambina reagisce al dolore e agli stimoli come ad esempio la voce e che apra gli occhi per guardare la madre. Non è dato di sapere – perché l’ospedale non ha ancora pubblicato un comunicato stampa né il caso è stato discusso in tribunale – quanto queste reazioni siano involontarie. Dall’ospedale fanno sapere che lo stato della bambina è attualmente di “semi-incoscienza” e non di morte cerebrale. Va però fatto notare che la conclusione cui sono giunti i medici che hanno in cura la bambina è condivisa anche da altri specialisti che hanno potuto visitarla. È assolutamente comprensibile il dolore dei due genitori ed è normale che non si vogliano arrendere di fronte ad una prognosi così infausta.

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Il network pro-life Citizen Go si è già messo in moto in Regno Unito

Sarebbe però opportuno che, almeno questa volta, la politica italiana rinunciasse a spettacolarizzare e strumentalizzare il caso. La disponibilità del Gaslini è lodevole, e se ci saranno davvero speranze di migliorare le condizioni di salute di Tafida sicuramente i medici saranno concordi nel trasferirla a Genova. Non dobbiamo però dimenticare che al momento la bambina è ricoverata in un centro d’eccellenza per le cure pediatriche dove sta ricevendo le migliori cure possibili. In fondo quello che tutti vogliono è agire nel migliore interesse della bambina.

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