Suor Anna Monia va all’attacco di Fedez ma si dimentica qualcosa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-06-25

Suor Anna Monia Alfieri ha scritto una lunga lettera a Fedez per rispondere al suo attacco al Vaticano dopo la nota che chiedeva la modifica del ddl Zan. Lei accusa il rapper di inesattezze. Ma la religiosa dimentica qualcosa e ripete una fake news

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Suor Anna Monia Alfieri, ospite praticamente fissa di Quarta Repubblica, il programma di Nicola Porro su Rete 4, ha scritto una lunga lettera a Fedez per rispondere al suo attacco al Vaticano dopo la nota che chiedeva la modifica del ddl Zan. Lei accusa il rapper di inesattezze. Ma la religiosa ripete una fake news.

Suor Anna Monia va all’attacco di Fedez ma si dimentica qualcosa

Intanto leggiamo il testo della lettera di Suor Anna Monia:

Gentilissimo signor Federico Leonardo Lucia,

mi rivolgo a lei chiamandola per nome: mi sembra, infatti, più dignitoso e rispettoso per la sua persona. Immagino, data la sua giovane età, che lei sia fresco di studi e che a scuola, sia alla Secondaria di Primo che alla Secondaria di Secondo Grado, i suoi insegnanti di Storia le abbiano presentato (e Lei poi a casa, nel pomeriggio, abbia studiato) il Concordato Lateranense del 1929 e la sua Revisione del 1984. Certo, lei mi dirà: il Concordato del 1929 fu firmato da Mussolini. Concordo.

Quello del 1984 fu però firmato, per lo Stato italiano, da Bettino Craxi, un socialista doc, non certo un amico del Vaticano e delle sue presunte logiche di potere. Spero, quindi, che, prima di fare certe affermazioni, abbia ripreso in mano quei libri, sempre che li abbia conservati e non li abbia venduti alla fine dell’anno. Cosa lecita, ci mancherebbe, qualche soldino in più per aiutare in famiglia o da dare in beneficenza fa sempre bene! Mi creda a 46 anni, dopo tre lauree, continuo a studiare, perché avverto la responsabilità di dire parole che costruiscono. Se ciò vale per un semplice cittadino, figuriamoci per un personaggio pubblico del suo calibro, con un seguito così folto e numeroso. Ovviamente sospendo ogni giudizio, chi è senza peccato scagli la prima pietra, disse Qualcuno, ma mi permetto di fare una considerazione di metodo, solo per aiutare i nostri ragazzi ad orientarsi. Mi sembra doveroso, Lei sarà d’accordo.

Guardando il video da Lei diffuso, capisco che Lei non conosce, con dovizia di dati, i temi che intende porre all’attenzione pubblica e cioè: cosa sia uno Stato laico, cosa sia un Concordato, quale sia il tema dei sacerdoti processati con la legge del Vaticano e/o civile, quali tasse vengono pagate. Ancora, credo che Lei ignori il volontariato che centinaia di migliaia di laici, preti, suore, compiono ogni giorno. La solidarietà di cui Lei parla, in realtà, si chiama prossimità e non avviene mai a favore di telecamera. Non sappia la destra ciò che fa la sinistra, disse sempre quel Qualcuno.

Siccome sono più grande (di età naturalmente) di Lei, mi permetto di darLe un consiglio, anche se non richiesto: lo faccio in considerazione di tutti i consigli non richiesti che anche Lei offre ogni giorno, forte di un lessico forbito ed elegante dal quale traspare in tutta evidenza la sua profonda cultura e il suo alto senso civico. Se Lei desidera dare un contributo alla Res-publica – cosa lodevolissima e che, per altro, rappresenta anche un dovere per tutti i cittadini ai sensi dell’art. 2 della Costituzione – è necessario documentarsi prima di esprimersi, al fine di evitare sovrapposizioni di argomenti.

Un conto è il ddl Zan che, Le ricordo, agli artt. 4 e 7 lede il diritto alla libertà di espressione (art. 21 della Costituzione), alla libertà di insegnamento dei docenti (art. 33 della Costituzione), alla libertà di scelta educativa che spetta ai genitori, cioè a Lei e non ad altri, né Chiesa né stato (art. 30 della Costituzione). E questo è un fatto.

In merito poi alla sua preoccupazione dei danari (una preoccupazione davvero di alto profilo morale e, soprattutto, coerente con il suo stile di vita, sempre così sobrio e morigerato), La informo che, in merito alla sua affermazione “Il Vaticano non paga le tasse immobiliari e l’Italia sta violando il Concordato”, nel 2020, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha pagato per imposte € 5,95mln per IMU e € 2,88mln per IRES. A queste vanno aggiunte le imposte pagate da Governatorato, Propaganda fide, Vicariato di Roma, Conferenza Episcopale italiana e singoli Enti religiosi. Ovviamente è tutto documentato, fino all’ultimo centesimo. E anche questo è un fatto.

Detto questo, la libertà del singolo non può essere negata. Se vorrà rimanere sulle sue posizioni, ce ne faremo tutti una ragione. Certo ai giovani, ai quali Lei si rivolge, io suggerisco sempre di approfondire, di andare oltre la notizia. Del resto sono convinta che questo sia il dovere di ogni persona: essere un esempio positivo, soprattutto pensando che gli adolescenti di oggi, così smarriti e così soli, saranno i cittadini di domani. La diffamazione e la violenza verbale con cui li abbiamo pasciuti in questi anni chissà quali conseguenze avranno sul loro futuro. Soprattutto, chissà se un domani si renderanno conto del fatto che, quando gli adulti si comportano come degli adolescenti, essi – gli adulti – rappresentano un tradimento dei loro sogni e delle loro aspettative.

Mi fermo. Torno ad occuparmi di bilanci e di diritto. Torno a compiere il mio dovere di cittadina. Per amore della verità non potevo tacere.

Un augurio di ogni bene,

sr Anna Monia Alfieri

La religiosa indugia nel ricordare che Fedez ha detto qualche inesattezza sulla questione delle tasse del Vaticano. Ma sembra un argomento che utilizza per sviare da altre tematiche. Infatti suor Anna Monia non accenna neanche lontanamente alla seconda questione sollevata dal rapper, lo scandalo della pedofilia e soprattutto del trattamento non sempre in linea con quello della giustizia italiana riservato ai sarcedoti accusati di questo reato. Perché non ne parla? C’è poi un altro passaggio che fa sinceramente storcere un po’ la bocca, anche perché si tratta di parole che provengono da una “cristiana” e invece sembra che la carità in esse sia abbastanza scarsa. Suor Anna Monia scrive: “In merito poi alla sua preoccupazione dei danari (una preoccupazione davvero di alto profilo morale e, soprattutto, coerente con il suo stile di vita, sempre così sobrio e morigerato)”…Cosa c’entra lo stile di vita di Fedez con il suo diritto di critica? Dunque chi è ricco non può alzarsi in piedi e dire quello che pensa se lo ritiene giusto? Ma soprattutto la religiosa, che chiosa la sua lettera con un lapidario “Per amore della verità non potevo tacere“, dice una falsità ripetendo per l’ennesima volta la fake news secondo la quale il ddl Zan è una legge liberticida che lede la libertà di espressione. Vi abbiamo spiegato tante volte perchè non è vero. Lo ripetiamo anche qui, perchè l’amore della verità è caro anche a noi:

Il Dddl Zan non tocca neanche di striscio il campo delle libertà d’espressione e di pensiero. “Non è una legge che punisce l’ignoranza”, come riassume l’avvocato Alessandro Simeone. Chi è contrario al matrimonio omosessuale e alle adozioni gay, potrà continuare a dirlo. Ciò che non potrà fare è istigare alla violenza o commettere personalmente atti violenti, né creare associazioni che incitino alla discriminazione nei confronti di persone LGBTQ+, esattamente come già oggi non è possibile creare associazioni discriminatorie nei confronti di ebrei, neri o cattolici. Anzi, nel passaggio alla Camera, è state anche introdotta una vera e propria “clausola salva-idee” per scongiurare qualunque (ancorché inesistente) rischio liberticida.

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