Economia

Lo stop alle cartelle e ai pignoramenti degli stipendi nel Decreto Agosto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-10

Sospensione prorogata fino al 15 ottobre, ma 6 debitori su 10 pagano lo stesso anche per evitare l’accumulo successivo

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Il Sole 24 Ore oggi che nel Decreto Agosto c’è lo stop a otto milioni di cartelle e ai pignoramenti degli stipendi. Il punto di caduta scelto dal Governo è stato il 15 ottobre. In pratica un mese e mezzo in più rispetto alla scadenza del 31 agosto che era stata fissata dal decreto Rilancio.

Un mese e mezzo in più destinato a far lievitare ulteriormente il numero di cartelle in stand by rispetto alle precedenti stime di 6,7 milioni. In questo modo si dovrebbe addirittura sfondare – secondo le proiezioni del Sole 24 Ore del Lunedì sulla base dei dati agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader) – il muro degli otto milioni di cartelle. Una cifra non identicamente corrispondente al numero di contribuenti interessati, anche perché potrebbero ben esserci situazioni in cui lo stesso soggetto (persona fisica o giuridica) sia interessato da più atti. Questo consente ai debitori nei confronti del Fisco e non solo (nelle cartelle ci sono contestazioni di diversa natura che vanno dalle sanzioni per violazioni al Codice della strada ai contributi previdenziali) di avere più tempo per  poter saldare. Anche se la proroga è un’arma adoppio taglio perché tutti i pagamenti rinviati andranno poi recuperati in strettissimo tempo in forma ultra concentrata entro metà novembre.

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Nonostante la sospensione già concessa con il decreto «cura Italia» fino al 31 maggio e poi appunto portata al 31 agosto successivamente, gli italiani stanno comunque decidendo di continuare ad andare avanti nei pagamenti. Il termometro che dalle parti dell’agenzia della riscossione guidata da Ernesto Maria Ruffini stanno utilizzando è quello di parametrare quanti hanno continuato a
versare per piani di rateizzazioni rispetto alla platea che stava già versando a gennaio e febbraio. Addirittura il trend è crescente rispetto al primo aggiornamento al 30 aprile, quando rispetto a poco meno di 841mila contribuenti impegnati in piani di pagamento il 59% come media nazionale aveva continuato ad onorare le scadenze in pieno lockdown. Una percentuale che, a fine giugno, è addirittura salita al 62% corrispondente a più di mezzo milione di debitori attenti a rispettare le scadenze.

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