Gli statali e quota 100: il nodo insegnanti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-22

Ad agosto 10mila domande, ma a settembre arriva la carica della scuola

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L’impatto della carica dei lavoratori statali su quota 100 è significativo. I primi dati elaborati dall’Inps indicano che ben 8 dipendenti su 10 che vanno in pensione in questo mese con almeno 62 anni di età e 38 di contributi provengono dagli enti locali e dalla sanità. Nel dettaglio, da Regioni,Comuni e Province arriva infatti il 55,1% delle domande di pensionamento attraverso il meccanismo che cumula età e contributi, con un totale di 5.694 domande su 10.336 del settore pubblico. Segue, appunto, la sanità con 2.344 (il 22,7%), soprattutto nel settore dei paramedici, amministrativi e tecnici. Ancor più nello specifico del settore sanità, si contano 321 domande provenienti da medici e veterinari e 2.023 da paramedici, amministrativi e tecnici. E ancora, sono 1.612 quelle che fanno riferimenti al personale civile di ministeri e agenzie fiscali. Gli altri comparti ne contano per ora solo alcune decine: 211 per gli enti di previdenza, 50 per le autorità indipendenti, altri 50 per università e accademie, 48 per enti e istituzioni di ricerca come Istat o Cnr. Sotto la voce altre amministrazioni se ne registrano invece 327.

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I lavoratori statali e quota 100 (Il Messaggero, 22 agosto 2019)

Il Messaggero spiega oggi che a settembre sarà la volta della scuola: circa 13 mila esodi tra i docenti rischiano di risultare pesanti. Uscite con quota 100 a cui si devono aggiungere quelle ordinarie (cioè con la Fornero) che superano le 15 mila solo per i docenti, 19mila complessivamente considerando tutto il personale scolastico. Senza contare che nel 2020, soltanto per il turnover regolare, andranno in quiescenza altri 21mila insegnanti.

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