Standard & Poor’s: l’Italia è BBB

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-27

Esattamente un anno fa aveva riconosciuto al debito italiano la sua prima promozione dal 1988, e un downgrade avrebbe rappresentato un’inversione di rotta ancora più brusca

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Standard & Poor’s al contrario di Moody’s non declassa l’Italia: conferma il giudizio «BBB» attribuito al grado di affidabilità dei titoli di Stato italiani e prende tempo. A cambiare è solamente l’outlook, ovvero le previsioni a medio e lungo termine, che da «stabili» passano a «negative». La conferma della BBB/A-2 non è certo esaltante, ma è migliore rispetto ad alcuni timori della vigilia. Anche perché va ricordato che Standard & Poor’s esattamente un anno fa aveva riconosciuto al debito italiano la sua prima promozione dal 1988, e un downgrade avrebbe rappresentato un’inversione di rotta ancora più brusca. L’aumento deciso del ritmo di crescita che aveva spinto al rialzo il voto di S&P a ottobre 2017 è stato travolto dalla gelata del commercio mondiale che ha colpito l’export e dalle incognite di politica economica che dominano il dibattito. A salire ora è il deficit messo in calendario dalla manovra, in un programma
agganciato a stime sul Pil in controtendenza netta rispetto a tendenziali e analisi degli osservatori mentre il rischio banche aumenta le incognite nel doppio collegamento con i Btp a bilancio e i bond da rifinanziare. Di qui il giudizio di Standard & Poor’s, che chiude l’estate-autunno dei rating italiani con due outlook passati da stabili a negativi (Fitch a fine agosto oltre a S&P di ieri) e un declassamento (quello di Moody’s).

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I rating dei principali paesi nei giudizi delle agenzie (La Stampa, 27 ottobre 2018)

Intanto  lo spread col Bund tedesco è arrivato a toccare quota 318 punti per poi ripiegare in serata a 309, col rendimento dei decennali al 3,44%. In parallelo Piazza Affari ha perso lo 0,7%, dopo che a metà mattinata era arrivata quasi al -2%.

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