Stadio della Roma a Tor di valle: cosa succede dopo il no alla proroga

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-03-03

La Regione Lazio non concede la proroga chiesta dai proponenti dopo l’accordo con l’amministrazione capitolina. Ora ci sono due scenari possibili per la chiusura della Conferenza dei Servizi che è stata spostata al 5 aprile. Vediamoli

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Si è svolta quest’oggi, nella sede della Regione Lazio di via del Giorgione, una nuova seduta della Conferenza dei servizi sullo stadio della Roma a Tor di Valle. Dopo ore di discussioni, alla fine, “l’attesa proroga non è stata concessa”, ha riferito Bruno Ceccarelli del comitato Tor di Valle, che ha partecipato alla conferenza. Ma la Regione ha comunque fornito come termine ultimo della Conferenza dei Servizi il 5 aprile e ha concesso al Comune tempo fino alla fine di marzo per produrre gli atti necessari. Questa è la lettera che Eurnova, in rappresentanza dei proponenti, aveva inviato un paio di giorni fa alla Regione Lazio per chiedere la proroga:
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Stadio della Roma a Tor di Valle: cosa succede dopo il no alla proroga

I proponenti avevano chiesto una proroga adducendo tra le motivazioni l’iter per il vincolo all’ippodromo di Tor di Valle da parte della Soprintendenza dei Beni Culturali, i motivi ostativi della stessa Regione alla favorevole pronuncia di compatibilità ambientale e il nuovo accordo con l’amministrazione targata Raggi che prevedeva l’eliminazione di alcune opere pubbliche che il proponente si era impegnato ad effettuare e quindi l’eliminazione delle cubature aggiuntive (le tre torri di Libeskind). Il risultato finale quindi è questo: dallo Stato sarebbe arrivato parere favorevole al vecchio progetto con prescrizioni, mentre lo stesso progetto sarebbe stato bocciato dalla Regione per vincoli paesaggistici. Comune e Città Metropolitana sono rimasti quindi al parere negativo con prescrizioni.

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Lo stadio della Roma senza torri (Il Tempo, 24 febbraio 2017)

Il no alla proroga dà due scenari possibili per lo stadio della Roma a Tor di Valle. Il primo è che la Conferenza dei Servizi si concluda senza esito. In questo caso il proponente potrebbe teoricamente invocare i poteri sostitutivi del governo che avrebbe tre mesi di tempo per decidere. Con il governo targato PD a dover prendere alla fine la decisione finale.  Il secondo scenario invece prevede che la Conferenza dei Servizi si chiuda con esito negativo: in questo caso, come avevamo già osservato, dovrà essere votata una nuova delibera di pubblico interesse da parte del Comune di Roma e la Conferenza dei Servizi deve ripartire da capo nel conto dei 180 giorni. Simone Contasta di Parsitalia, uscendo dopo la fine della Conferenza dei Servizi ha detto che “La Regione avrà fino al 5 di aprile per decidere come andare avanti”. Entro il 5 aprile si potranno presentare le integrazioni e i nuovi pareri, legati alle novita’ progettuali frutto dell’accordo tra Comune di Roma e proponenti, che poi “saranno analizzati e valutati”. Ma il co. 304 della 147 dice che “la conferenza di servizi è convocata dalla regione, che delibera entro centottanta giorni dalla presentazione del progetto” e specifica che «in caso di superamento dei termini di cui alle lettere a) e b), relativamente agli impianti omologati per un numero di posti pari o superiore a 500 al coperto o a 2.000 allo scoperto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su istanza del soggetto proponente, assegna all’ente interessato trenta giorni per adottare i provvedimenti necessari; decorso inutilmente tale termine, il presidente della regione interessata nomina un commissario con il compito di adottare, entro il termine di sessanta giorni, sentito il comune interessato, i provvedimenti necessari. Relativamente agli impianti omologati per un numero di posti pari o superiore a 4.000 al coperto e 20.000 allo scoperto, decorso infruttuosamente l’ulteriore termine di trenta giorni concesso all’ente territoriale, il Consiglio dei ministri, al quale è invitato a partecipare il presidente della regione interessata, previo parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, da esprimere entro trenta giorni dalla richiesta, adotta, entro il termine di sessanta giorni, i provvedimenti necessari».

Le parole di Civita al termine della Conferenza dei Servizi

Al termine della Conferenza dei Servizi ha parlato però l’assessore regionale ai Trasporti Michele Civita, in qualche modo spiegando che ci sono ancora chances per approvare il progetto di febbraio frutto dell’accordo tra proponenti e Comune di Roma: «La conferenza dei servizi si è aperta con un lettera inviata ieri dalla sindaca Virginia Raggi al presidente Nicola Zingaretti informando che il Campidoglio aveva espresso un indirizzo per la sospensiva e spiegando che il parere reso dal Comune non era un testo finale e che nel mese successivo sarebbe arrivato quello conclusivo”.

“La conferenza invece – ha aggiunto Civita – ha acquisito tutti i pareri, il rappresentante del Comune ha confermato quello già espresso in precedenza non favorevole così come la città metropolitana ha confermato il parere di dissenso motivato. Quindi sono terminati i lavori della conferenza: la Regione ha differito il termine della propria determinazione, che ha spostato entro quello che la legge consente, lo ha differito al 5 aprile, dando quindi la possibilità agli amministratori e al proponente di chiarire la portata delle dichiarazioni espresse e anche di formulare risposte alle prescrizioni contenute nei vari pareri“. Detta così, sembra che invece la Conferenza possa alla fine dare un ok allo stadio se arrivano tutte le carte. “La Regione Lazio ha espresso un parere di dissenso costruttivo. Bisogna tener presente che pesa sia la procedura di vincolo avviata dal Mibact sia il fatto che manchi ancora il quadro programmatico, ovvero la variante urbanistica. Quindi la procedura va oltre la conferenza dei servizi. Noi stiamo dentro i tempi della procedura, che si chiuderà il 5 aprile“. Insomma, se il Comune e il proponente portano le carte è possibile concludere anche con parere positivo la Conferenza dei Servizi.

Leggi sull’argomento: Cosa può bloccare (o velocizzare) lo stadio della Roma a Tor di Valle

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