Spread, la piccola crisi ci costerà 5 miliardi (per ora)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-09

A investitori privati 220,9 miliardi di Btp. Con l’attuale spread 5 miliardi di interessi aggiuntivi

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Il Sole 24 Ore oggi in un articolo di Gianni Trovati fa i conti dei costi della piccola (per ora) crisi dello spread innescata il 15 maggio scorso dalla pubblicazione della bozza di contratto di governo tra Lega e M5S e proseguita con la rottura istituzionale (poi rientrata) su Paolo Savona. I numeri li fornisce l’Ufficio Parlamentare di Bilancio:

Ogni previsione è prematura, ma le fiammate registrate anche ieri non sono da sottovalutare. Certo, il rialzo dei rendimenti a breve è il più preoccupante perché misura la percezione di rischi immediati. Ma è quello sui Btp a scaricare l’eredità più pesante.

La settimana che si è appena chiusa ha confermato un livello quasi doppio rispetto ai 120-130 punti base su cui il differenziale con i Bund ha viaggiato tranquillo per i primi quattro mesi e mezzo dell’anno. Per i titoli decennali significa un rendimento a cavallo del 3%, contro l’1,8-1,9% registrato fino a metà maggio: e una dinamica del genere, quando si consolida, costa.

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Titoli di Stato e nuove scadenze (Il Sole 24 Ore, 9 giugno 2018)

I modelli statistici Upb, riportati nella nota 3 dell’ottobre scorso, indicano in 4,5 miliardi il costo aggiuntivo prodotto da uno shock di 100 punti base nella spesa per interessi da mettere in conto nel 2019. Senza inversione di rotta, il peso aggiuntivo salirebbe a 6,6 miliardi nel 2020. Lo spread agita il dibattito solo nelle fasi acute, ma sul bilancio pubblico si fa sentire in modo decisamente più stabile. E doppio.

L’effetto trascinamento della crisi del 2011 ha prodotto una spesa maggiore per interessi per 47,2 miliardi in sei anni, e ha accorciato la durata media dei titoli perché quando i rendimenti crescono le emissioni si abbreviano per limitare le ricadute sul futuro. Dal 2012, la durata media delle nuove emissioni è risalita rapidamente, fino al picco dei 6,6 anni medi del 2016: ma cambiare i connotati di uno stock di debito come il nostro è un lavoro lungo, e la durata media dei titoli in circolazione è ancora sotto i 7,1 anni a cui era arrivata prima della crisi.

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