Lo spray nasale “sperimentale” per il Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-19

Il Corriere della Sera Brescia racconta di un preparato galenico della Farmacia Fiorentini che verrà distribuito dalla Poliambulanza a un gruppo di persone scelte per la sperimentazione. Ma attenzione: secondo chi lo ha sviluppato servirebbe a “non aggravarsi”

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Il Corriere di Brescia racconta oggi di uno sperimentale spray nasale per combattere il Coronavirus SARS-COV-2, preparato come galenico dalla Farmacia Fiorentini di Brescia, che verrà distribuito gratuitamente dalla Poliambulanza a un gruppo di persone che verranno scelte per la sperimentazione. Componenti principali dello spray sono i sitosteroli del pino e le ciclodestrine vegetali. Se efficace, sarà proposto come aereosol. Ma attenzione, perché anche se dall’articolo non è molto chiaro, si capisce che lo spray servirebbe a “non aggravarsi”.

Lo spray nasale sperimentale contro il Coronavirus

Il quotidiano spiega che il prodotto è frutto del lavoro di un gruppo formato da medici della Poliambulanza,(fra questi la dottoressa Manuela Baronio — rianimazione — ed il dottor Gerolamo Tonini — chirurgia). I dottori Giacinto Abele Miggiano e il professore Pietro Chiurazzi fanno invece parte del Policlinico Gemelli di Roma. Ci sono poi professori dell’Università di Genova e del Gaslini. E ancora: il professor Sandro Michelini del San Giovanni Battista di Roma ed i professori Assunta Morresi e Tommaso Beccari dell’Università di Perugia. Il gruppo lavora attorno a molecole il cui brevetto è scaduto e quindi disponibili a costo zero.

«Fra due settimane inizieremo a sperimentare la cura — spiega Bertelli — che ci auguriamo possa abbassare l’infettività del virus. Puntiamo a ridurre i casi che evolvono negativamente. Per il sistema sanitario sarebbe importante diminuire il numero delle lunghe e costose terapie». Bertelli è un bresciano con i piedi ben piantati a terra: «Non abbiamo l’obiettivo di azzerare il virus né ci illudiamo di poterlo fare. Continueranno ad esserci pazienti gravi e continueranno le terapie costose. Ci basta aiutare il maggior numero di persone a non ammalarsi o a non aggravarsi, così da limitare l’impiego di medicinali costosi ed evitare la terapia intensiva. Il rimedio da noi suggerito è decisamente economico e inoltre poco tossico. Il ridurre, anche sensibilmente, il numero dei pazienti che diventano gravi sarebbe già un trionfo per il malato e per il sistema sanitario, che potrebbe utilizzare farmaci molto costosi in modo mirato, su poche persone. La nostra idea è di essere complementari».

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Coronavirus: la curva del contagio a Brescia (Corriere di Brescia, 19 marzo 2020)

Attenzione quindi alle false speranze, che il dottore non ha alcuna intenzione di alimentare:

Al cronista, profano in materia, il dottore spiega ancora: «Diversi anni fa s’è deciso di studiare le molecole naturali a brevetto scaduto attraverso un approccio bio informatico per poterne candidare alcune per la cura di alcuni disordini genetici o di alcune malattie rare. Su questo progetto si era fatta nascere l ’azienda Spin off Ebtanal Lab che ha ricevuto anche un premio al congresso europeo di biotecnologie, per l’idea fortemente innovativa; il problema della ricerca farmacologica è quello dell’elevatissimo costo dei nuovi farmaci derivanti dalle tecnologie di ingegneria genetica e dalle biotecnologie che seppur molto efficaci sono molto costose e richiedono tempi molto lunghi per arrivare all’uso clinico».

Attenzione, quindi: non si tratta né di un vaccino né di una cura.

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