Chi ci perde e chi ci guadagna: lo scenario dei sondaggisti dopo la rottura Letta-Calenda

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-08-08

Gli esperti provano a definire le percentuali che i vari partiti potranno ottenere il 25 settembre

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Lo scossone elettorale è arrivato e gli scenari previsti dai recenti sondaggi politici devono necessariamente essere riscritti. La rottura del patto tra Calenda ed Enrico Letta ha prodotto immediati riverberi sulle previsioni in vista del voto. E questo strappo – definitivo – rischia di rendere ancor più solida la già prevedibile vittoria del centrodestra. Gli analisti, infatti, sostengono che il fronte largo “democratico e progressista” sia destinato a perdere collegi. E voti.

Sondaggi politici, gli scenari dopo la rottura tra Calenda e Letta

Dopo aver rotto il patto, Carlo Calenda ha due strade da perseguire. La prima, la più complessa, vedrà la sua “Azione” correre da sola (ma deve prima riuscire a raccogliere le firme necessarie, come abbiamo spiegato in un approfondimento dedicato), l’altra prevede una nuova alleanza con il cosiddetto Terzo Polo centrista messo in piedi e rivendicato da Renzi e la sua Italia Viva. Una scelta che sarà fondamentale per quel che è stato ribattezzato come nuovo “Centro” ma che, a prescindere da tutto ciò, provocherà sicuramente alcuni sconquassi negli equilibri tra le due principali forze: la coalizione di centrodestra (decisamente più stabile) e il fronte – un po’ meno largo – del centrosinistra.

Secondo gli analisti, esperti di sondaggi politici, la mossa di Calenda (qualora riuscisse a depositare il quantitativo necessario di firme o in caso di alleanza con Italia Viva) potrebbe portare vantaggi ad Azione, al Terzo Polo e – di riflesso – a Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Come riporta il quotidiano La Repubblica, infatti, con le dinamiche dei collegi il centrodestra rischia di ottenere una vittoria schiacciante. Ancor più evidente per “colpa” della rottura nel centrosinistra. Il sondaggi Bidimedia, infatti, mostra questo scenario.

Un saldo nettamente passivo confermato anche dagli esperti. Martina Caroni di YouTrend, infatti, spiega tutti i riflessi della rottura tra Calenda e il PD:

“Tutto ciò rende il centrosinistra estremamente vulnerabile rispetto al centrodestra. Non a caso, la Lega e lo stesso Conte arrivano a ringraziare i due litiganti per gli assist che regalano agli avversari. Il centrosinistra può uscire dall’angolo solo costruendo un vero campo ampio, operazione sempre più complicata”.

Difficilissimo, quasi impossibile. Insomma, Enrico Letta e il suo fronte “Democratico e Progressista” sembra essere destinato a perdere su moltissimi fronti. E quel che perde il PD potrebbe andare a guadagno di Carlo Calenda. Perché gli analisti sostengono che il leader di Azione (qualora riuscisse a correre in solitaria) potrebbe trarre un enorme beneficio da tutto ciò. Innanzitutto per lo spazio mediatico che, presentandosi come “autonomo”, potrebbe ottenere. Ma, soprattutto, perché il suo “centrismo” potrebbe attirare l’attenzione elettorale di chi è aveva intenzione di votare per la parte più moderata della coalizione di centrodestra (Forza Italia). Questo, infatti, è quel che ha spiegato Antonio Noto:

“Senza la sinistra, Calenda è un candidato trasversale. Può prendere voti da Forza Italia, ma anche da alcuni sostenitori del Pd. C’è un elettorato del Partito democratico poco fidelizzato, moderato, che può scegliere Calenda senza imbarazzi perché il leader di Azione non è certo ostile a Letta”.

E la previsione parla di percentuali che variano. Non di poco. Correndo da solo, infatti, Calenda potrebbe addirittura sognare un 10%. Mentre, andando con il PD, poteva ambire a una percentuale dimezzata (o quasi) rispetto a questa prospettiva.

(Foto IPP/Gioia Botteghi)

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