I soldi per i dipendenti PD usati per la convention renziana?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-13

Il gruppo dei senatori PD smentisce che per Salsomaggiore siano stati usati i risparmi della scorsa legislatura, che dovevano servire per i dipendenti nel frattempo falcidiati. Ma ci sono altre due spese curiose

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Tre milioni di tesoretto e una nobile destinazione. Luigi Zanda, ex presidente dei senatori nella scorsa legislatura, aveva messo da parte i soldi risparmiati nella scorsa legislatura e nell’ultima assemblea prima dello scioglimento ha messo a verbale: «Questi soldi verranno usati per salvare il lavoro dei dipendenti». Tutti d’accordo. Ma poi, racconta oggi Goffredo De Marchis su Repubblica, è andata diversamente.

I soldi per i dipendenti PD usati per Salsomaggiore?

Nel senso che la sconfitta del Partito Democratico alle elezioni del 4 marzo ha portato alla decimazione di una struttura, quella dei dipendenti del gruppo del Senato, che prima contava 55 persone e oggi ne ha 39. Ma soprattutto: il gruppo del Senato, dove siede Matteo Renzi e che è capeggiato dal suo fedelissimo Andrea Marcucci, è finito in una polemica legata a Salsomaggiore, dove lo scorso week end si è riunita la corrente renziana. Ma c’è chi smentisce:

Compaiono due roll (termine tecnico per i manifesti verticali) che presentano l’iniziativa come una manifestazione dei “senatori del Pd”. Così vengono spesi i soldi? Alessandro Giovannelli, direttore generale del gruppo Pd di Palazzo Madama, ex collaboratore di Luca Lotti, spiega: «Abbiamo sbagliato, è stato un errore della tipografia. Li abbiamo tolti subito. Colpa nostra».

Per coprire una parte delle spese sono stati invece usati i 2000 euro che singolarmente i senatori hanno a disposizione per iniziative sul territorio. «Non si possono utilizzare per sostenere mozioni congressuali — spiega ancora Giovannelli — ma una discussione politica sì».

Sia come sia, dopo l’episodio di Salsomaggiore Zanda è piuttosto arrabbiato: «Alla prossima assemblea chiederò che ogni spesa, al centesimo, sia comunicata preventivamente agli organismi collettivi. Ci vuole la trasparenza massima». Giovannelli risponde: «Il tesoretto non è nemmeno al nostro bilancio perché appartiene al precedente esercizio. Ne parleremo quando vedremo i soldi». Eppure, scrive ancora Repubblica, alcuni di quei soldi risultano già spesi in un contratto di consulenza a Sandro Gozi, ex parlamentare, macronista renziano che sogna una lista europeista fuori dal Pd. E presto verrà stipulata un’altra consulenza con una società di comunicazione esterna.

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