Parcheggi, asfalto, manutenzione: tutti i soldi che il Comune di Roma non sa spendere

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-03

Parcheggi, asfaltature, trasporto pubblico, scuole, manutenzioni: i soldi stanziati dalla Regione e mai utilizzati dal Comune per appalti bloccati e commissioni che non si riuniscono

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Mentre i dirigenti comunali del Campidoglio sono i più pagati d’Italia, ci sono 400 milioni di euro nelle casse del Comune di Roma che non vengono spesi a causa di progetti non completati, iter di aggiudicazione degli appalti non conclusi, commissioni che non si riuniscono e così via.  E così, racconta oggi Il Messaggero, l’amministrazione comunale non riesce a spendere tanti soldi, molti dei quali fermi da più di sei anni, che significherebbero sviluppo, occupazione e miglioramento della qualità della vita dei romani: fondi stanziati sul bilancio della Regione, ma anche risorse proprie di Palazzo Senatorio, persino gli interventi straordinari approvati per il Giubileo del 2016.

Parcheggi, asfalto, manutenzione: tutti i soldi che il Comune non sa spendere

Spiega oggi il quotidiano che gli importi più rilevanti riguardano le metro: il prolungamento della linea B Rebibbia-Casal Monastero che vale 72 milioni di euro e il prolungamento della metro A Anagnina-Romanina per la bellezza di 45 milioni di euro. Sono risorse perenti, e quindi morenti, che avrebbero potuto cambiare la vita a un bacino di utenti sterminato e che invece sono rimaste non sfruttate. Bastava bussare alla porta della Regione Lazio per poter attivare quei soldi e invece li si è lasciati marcire nei conti correnti.

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I soldi che il Comune di Roma non spende (Il Messaggero, 3 agosto 2019)

E non solo: c’è il parcheggio all’Arco di Travertino o ad Acilia. Ci sono diversi percorsi ciclo pedonali su cui pure la giunta Raggi insiste sempre molto. Ci sono oltre 600 mila euro solo per la realizzazione di piste ciclabili sugli argini del Tevere o il completamento del plesso scolastico di via Mazzacurati o le buche.

Ad allarmare sono soprattutto i 135 milioni di euro che fanno parte dello stock di risorse “in perenzione”: ossia quei fondi che, dopo essere rimasti inutilizzati per più anni, sono finiti su un binario morto e, per essere riattivati, necessiterebbero di un particolare iter amministrativo. Si tratta di progetti varati tanto tempo fa, con punte anche di 10-15 anni, che da allora sono fermi in qualche cassetto del Campidoglio, nonostante siano stati debitamente finanziati.«E in questo capitolo ci sono opere di grande importanza per la città – spiega Patanè – Basti pensare ai prolungamenti delle linee A e B della metropolitana, fino a Casal Monastero e alla Romanina». Questi, come detto, sono i casi più gravi: interventi rimasti bloccati da troppo tempo che sarà molto difficile mettere in cantiere, a meno di non voler avviare da capo tutto l’iter.

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