Opinioni

I siti web di streaming sequestrati

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-05-27

Cinque persone denunciate e 50 siti pirata e 44 server sequestrati in tre continenti (3 dei quali in Italia). E’ il bilancio dell’operazione antipirateria audiovisiva denominata “Match Off 2.0”, messa a segno alla vigilia della finale di Champions League dai finanzieri del Comando Unita’ Speciali della Guardia di Finanza. I militari del Nucleo Speciale Frodi […]

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Cinque persone denunciate e 50 siti pirata e 44 server sequestrati in tre continenti (3 dei quali in Italia). E’ il bilancio dell’operazione antipirateria audiovisiva denominata “Match Off 2.0”, messa a segno alla vigilia della finale di Champions League dai finanzieri del Comando Unita’ Speciali della Guardia di Finanza. I militari del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche hanno eseguito numerose perquisizioni in varie regioni italiane nell’ambito di una inchiesta coordinata dal pm Nicola Maiorano della Procura di Roma. Nel mirino, il crescente fenomeno della IPTV – cioè la trasmissione via web di eventi sportivi, film, serie televisive e concerti, senza possederne i diritti. In particolare, è stato accertato che venivano offerti contenuti pirata sia in modalità ‘streaming live’ cioè in diretta, che in modalità ‘streaming on demand’ fruibili, quindi, a richiesta degli internauti.
siti streaming
Tutti i siti, posizionati su server situati sia in Italia che all’estero, riportavano veri e propri palinsesti organizzati per facilitare la scelta del programma preferito. La fonte di guadagno era data da un abbonamento mensile di 10 euro, a fronte di una offerta commerciale legale di circa 100 euro. “Per comprenderne la portata – sottolineano le Fiamme gialle – e’ sufficiente considerare che, con l’odierna operazione, e’ stata accertata la presenza di oltre 340 mila utenti registrati all’interno di una community. Ipotizzando che tutti abbiano sottoscritto un ‘abbonamento’ illegale, e’ possibile, con un semplice calcolo, stimare che il volume da affari sia di quasi 3 milioni e mezzo mensili, ossia oltre 40 milioni l’anno”. Nei confronti dei 5 indagati, promotori di una vasta rete di clienti ramificata su tutto il territorio nazionale, e’ stata contestata la violazione della art.171-ter della legge 633/41, che prevede la reclusione fino a 4 anni e la multa di 15.000 euro.

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