Silvia Giordano: la grillina che esulta per l'approvazione del biotestamento

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-12-15

Dopo il voto finale sulla legge sul biotestamento, la deputata del MoVimento 5 Stelle Silvia Giordano ha esultato sulla sua pagina Facebook scrivendo un post commovente annunciando anche la chiusura della sua esperienza politica: Non riesco a dire molto in questo momento se non Grazie! Grazie a chi ci ha sempre creduto, a chi non …

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Dopo il voto finale sulla legge sul biotestamento, la deputata del MoVimento 5 Stelle Silvia Giordano ha esultato sulla sua pagina Facebook scrivendo un post commovente annunciando anche la chiusura della sua esperienza politica:

Non riesco a dire molto in questo momento se non Grazie!
Grazie a chi ci ha sempre creduto, a chi non ha mai mollato a chi ha contribuito a rendere questa giornata possibile e indimenticabile, aldilà delle appartenenze politiche, della propria esperienza e delle proprie convinzioni. Grazie a tutti i cittadini che manifestando il proprio dolore hanno permesso di avere sempre i riflettori ben puntati sul tema.
Grazie davvero e, ovunque tu sia, grazie anche a te mamma, mio perenne pilastro, che mi hai fatto capire, provare ed immedesimare in situazioni e sentimenti che altrimenti non sarei mai riuscita neanche a immaginare.
Questa giornata la dedico a tutti voi!
Termino la mia esperienza politica con una gioia immensa….

silvia giordano
Nel testo, a differenza di quello che fanno ogni giorno i suoi colleghi, non viene nominato il M5S e si ringraziano tutte le forze politiche, ma soprattutto lei fa un riferimento alla madre, morta l’anno scorso dopo sette anni di lotta alla SLA. In un’intervista a Repubblica qualche giorno fa aveva raccontato la sua vicenda personale:

La madre di Silvia non ha visto il primo via libera parlamentare al biotestamento. «È andata via a Capodanno, la legge è stata approvata alla Camera ad aprile. Ma ha seguito una parte del dibattito. Aveva 61 anni. In commissione, quando discutevamo i punti più delicati, mi commuovevo». Quasi una riflessione fra sé e sé, quando rivive alcuni momenti: «Guardavamo insieme in tv la vicenda di Piergiorgio Welby, mia madre ancora stava bene e commentavamo: “che ingiustizia non potere decidere sulla propria vita”».
Poi le occasioni di rabbia. «Cosa mi ha ferita di più del dibattito che c’è stato in Parlamento?
Nell’affrontare una malattia una persona cresce molto, sia dal punto di vista personale che, per me, anche politico. Mi sentivo malissimo – spiega – quando si parlava di idratazione e nutrizione come “momenti conviviali” da non negare mai al malato, come dissero, credo, i leghisti. Mia madre era a casa con la Peg, che è un buco nello stomaco».

Leggi sull’argomento: Come funziona la nuova legge sul biotestamento

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