Il senso di Chiara Appendino per l'acqua pubblica (e gli utili di SMAT)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-12-06

Da un lato la sindaca vuole – in ossequio ai valori del MoVimento – cambiare l’assetto di SMAT per non farla più essere una società a scopo di lucro. Dall’altro ha più volte tentato di utilizzare gli utili della società come bancomat per ripianare il bilancio comunale

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Ieri la deputata Federica Daga ha ricordato, dal Blog di Grillo, che l‘Acqua Pubblica è la prima stella del MoVimento 5 Stelle. Lo ha fatto per dire che Torino e Roma hanno raggiunto un “importante risultato” che va nella giusta direzione ovvero quella di dare “finalmente attuazione alla volontà della maggioranza dei cittadini” che nel 2011 hanno votato Sì al referendum “per l’acqua pubblica”. Per il MoVimento 5 Stelle infatti il PD ha “tradito” il risultato del referendum. Le cose non stanno così ma l’occasione è solo un pretesto per ricordare agli elettori che il MoVimento 5 Stelle sta difendendo i loro diritti.

L’acqua pubblica di Torino è già pubblica

A Roma Virginia Raggi vuole imbarcare il Comune nell’acquisto delle quote di Acea Ato 2, la società che gestisce il servizio idrico. Una situazione complessa visto che il Comune dovrà acquistare la società da Acea con un esborso – per i cittadini romani – che può arrivare a 400 milioni di euro. A Torino, dove governa Chiara Appendino, la situazione è diversa. Ad occuparsi della distribuzione dell’acqua è la SMAT (Società Metropolitana Acque Torino), una società per azioni i cui azionisti però sono solo enti pubblici ovvero 291 Comuni della cintura torinese. Il Comune di Torino risulta detenere direttamente n. 3.231.679 azioni, ed indirettamente, per il tramite della controllata Finanziaria Città di Torino Holding S.r.l. n. 202.500 azioni, complessivamente pari al 64,15% del Capitale Sociale di SMAT.
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L’azienda quindi è già pubblica. L’unico problema è che essendo una Società per Azioni fa utili e questo è “sbagliato” perché la sua finalità dovrebbe essere la produzione, l’erogazione e la gestione del servizio idrico. Ad inizio ottobre il Consiglio Comunale di Torino ha votato una delibera che dà mandato alla sindaca di iniziare una trattativa con gli altri sindaci per poi procedere alla decisione di variare l’assetto societario e avviare la trasformazione  di SMAT in azienda consortile di diritto pubblico. Nulla quindi è ancora deciso a Torino come a Roma.

Quando Chiara Appendino usava SMAT come un bancomat

Ma a complicare le cose a Torino ci sono le precedenti decisioni della Appendino. Come ha spiegato su Facebook la consigliera pentastellata Daniela Albano «l’amministrazione comunale di Torino attraverso l’approvazione di tale delibera RIGETTA le logiche imposte dal governo che vorrebbero le partecipate che forniscono servizi essenziali come bancomat da spremere per RICAVARE UTILI per dare respiro ai bilanci dei comuni rimasti ormai senza risorse». Per la Albano e il M5S “le aziende di servizi non possono e non devono essere lo strumento per risanare o mantenere i bilanci dei Comuni”. Peccato però che con SMAT la Appendino abbia tentato di fare esattamente così.
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A luglio 2016 la Appendino  ha chiesto che ad eccezione di 5 milioni che verranno impiegati per acquistare le azioni in mano dei privati, il 100% della riserva venga destinato ai comuni per esigenze di bilancio; vista la partecipazione azionaria del Comune di Torino in SMAT alla giunta Appendino sarebbero potuti arrivare qualcosa come otto milioni di euro che la Sindaca aveva in mente di utilizzare per appianare i buchi di bilancio. Una proposta bocciata dagli altri sindaci soci di SMAT, nonostante l’insistenza dell’Amministrazione torinese. A giugno 2017 la Appendino ha invece deciso di utilizzare come “bancomat” la holding FCT (che controlla anche SMAT) prelevando 20 milioni di euro. Insomma da una parte il Comune di Torino tenta di attingere agli utili di SMAT dall’altra vorrebbe che la società cambiasse assetto per impedire di poter fare così.

I comitati per l’acqua pubblica contro l’Amministrazione comunale

La mossa di Appendino sembra puntare più a recuperare la fiducia dei movimenti per l’acqua pubblica che da qualche tempo sono in rotta con l’Amministrazione a 5 Stelle. Proprio qualche giorno fa il Comitato Acqua Pubblica Torino denunciava che il MoVimento aveva deciso di seguire le logiche del mercato e del profitto anche per quanto riguarda la gestione del Servizio Idrico  Integrato. Il Comitato infatti aveva fatto ricorso al Giudice di Pace che con sentenza del 30 ottobre 2017 ha condannato SMAT alla restituzione di 46 milioni di euro dovuti all’indebito aumento delle tariffe. Soldi che  per il Comitato sono stati “scippati agli utenti” e che SMAT ha poi distribuito u come dividendi ai Comuni soci, in proporzione alle loro quote azionarie.
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I comitati ce l’hanno però anche con Appendino. L’edizione torinese di Repubblica riporta oggi le parole di Mariangela Rosolen, una delle anime del Comitato che a proposito dell’annuncio dato sul Blog di Grillo dice: «Le
bugie hanno le gambe corte. Siamo parecchio delusi. Avevamo chiesto di trasformare la società di diritto privato come Smat in una società di diritto pubblico, ma, come aveva già fatto il suo predecessore Fassino, la sindaca
Appendino un anno fa ha bocciato questa proposta e non si è nemmeno degnata di andare in aula a spiegare la scelta». Ora il M5S riscopre la stella dell’acqua pubblica, ma a Torino come a Roma (dove il Comitato è sotto sfratto) la situazione non è per nulla semplice.

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