Attualità
Seconda ondata COVID-19: cosa ci aspetta nei prossimi mesi?
neXtQuotidiano 02/10/2020
Ieri il bollettino sui nuovi contagi di Coronavirus ha avuto un picco che ha fatto dire anche a Roberto Burioni “Le cose cominciano a mettersi peggio”. Si tratta della “seconda ondata”? Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi?
Ieri il bollettino sui nuovi contagi di Coronavirus ha avuto un picco che ha fatto dire anche a Roberto Burioni “Le cose cominciano a mettersi peggio”. Si tratta della “seconda ondata“? Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi?
Seconda ondata COVID-19: cosa ci aspetta nei prossimi mesi?
Ieri sera il professor Andrea Crisanti ha delineato un primo orizzonte. Se i contagi dovessero arrivare alla quota di 7mila-8mila al giorno, sarebbe il momento di pensare a un nuovo lockdown per contrastare l’epidemia di COVID-19.
E per Fabio Ciciliano, dirigente della Protezione civile che nel Comitato tecnico scientifico ha il compito di analizzare i documenti e i dati necessari a emettere i pareri degli esperti, non c’è dubbio. Presto saremo costretti a tornare alle mascherine obbligatorie, come spiega in un’intervista al Corriere della Sera:
Adesso che cosa succede?
«Bisogna tenere sempre la mascherina nei luoghi chiusi e rispettare la distanza, lavarsi le mani, rispettare tutte le regole di igiene. Si devono evitare gli assembramenti, tracciare i contatti, rispettare rigorosamente la quarantena e l’isolamento fiduciario».Si parla di mascherina obbligatoria anche all’aperto.
«Se tutti osservassero le norme, non sarebbe necessaria. Non è così e dunque potrà essere inevitabile».I luoghi più a rischio?
«Abbiamo osservato che nei centri commerciali, così come nel settore della ristorazione c’è una tendenza ad osservare le regole, forse nel timore di nuove chiusure. Il problema sono gli assembramenti davanti alle scuole e nei quartieri della movida la sera, quando arrivano i ragazzi che sono meno propensi a utilizzare le protezioni».Ci sarà un ripensamento sulla capienza degli stadi, ora ferma a 1.000 persone?
«Lo escluderei. Anzi direi niente stadi, niente discoteche, niente congressi, niente eventi con tanta gente. Evitiamo tutte le situazioni dove è difficile il controllo delle persone. E attenzione alle frontiere
E in effetti, dopo Campania e Sicilia, anche nel Lazio a breve le mascherine diventeranno obbligatorie anche all’aperto. La misura si sta rendendo necesssaria dopo che il valore RT stimato questa settimana nel Lazio è di 1.09. L’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, aveva fatto capire nei giorni scorsi che se il valore avesse superato la soglia di 1, si sarebbe fatta concreta questa possibilità. Gran parte dei nuovi casi – 265 – sono legati al mancato rispetto dell’uso della mascherina e del distanziamento. Da qui l’accelerazione per rendere obbligatoria la mascherina, mentre al momento non è previsto uno stop a feste e cerimonie. A proposito di Feste, come sarà il prossimo Natale? Uno degli effetti della proroga dello stato di emergenza al 31 gennaio 2021, nel caso la situazione dei contagi diventasse critica, sarebbe quello di permettere restrizioni sugli spostamenti. Sarà necessario? Monica Guerzoni sul Corriere delinea uno scenario.
Tra un mese è Halloween ed è arduo immaginare migliaia di streghette, vampiri e fantasmini che sciamano sulle strade scambiandosi dolcetti, mentre tanti italiani fanno la fila per i tamponi ai drive-in. Poi verrà il Natale, il primo nell’era del Covid-19. Facile immaginare che ci metteremo in fila davanti ai negozi o acquisteremo i regali online, che prenoteremo in anticipo il ristorante e che le festività le passeremo in terra italica, lontani da persone care che vivono all’estero. Aeroporti e alberghiresteranno quasi vuoti ancora a lungo. L’elenco delle nazioni da cui si entra in Italia solo col tampone negativo è destinato ad allungarsi. E preghiamo che non si allunghi quello degli ospedali a rischio collasso. «La rete sta tenendo bene — incrocia le dita il ministro Francesco Boccia —. Le terapie intensive sono sotto controllo». E i trasporti? «Reggono, non ci si ammala sui treni a lunga percorrenza». Gli autobus e le carrozze del trasporto pubblico locale, igienizzati ad ogni corsa, continueranno a viaggiare all’80% dei posti
Probabilmente lo smart working non cesserà di essere indispensabile, a dispetto di quanto si augurano molti amministratori pubblici. Anche in questo caso la proroga dello stato di emergenza sarà utile a rendere più semplice il ricorso al lavoro agile che altrimenti dal 16 ottobre ritornerebbe a essere regolamentato con la legge 81 del 2017, senza procedure semplificate. Ma anche per velocizzare l’acquisto di mascherine, camici e tutti quei beni necessari per fronteggiare l’epidemia di Coronavirus.