Se Linus si preoccupa più dei governatori di Regione per le discoteche

di Maria Teresa Mura

Pubblicato il 2020-08-17

In queste ore è diventato virale un post di Linus su Instagram in cui il dj spiega che è stato irresponsabile aprire le discoteche: Il conduttore radiofonico racconta che ha aspettato a lungo per esprimersi ma che non ci voleva una grande mente per capire cosa sarebbe successo: “ma quale imbecille di politico, governatore, sindaco …

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In queste ore è diventato virale un post di Linus su Instagram in cui il dj spiega che è stato irresponsabile aprire le discoteche: Il conduttore radiofonico racconta che ha aspettato a lungo per esprimersi ma che non ci voleva una grande mente per capire cosa sarebbe successo: “ma quale imbecille di politico, governatore, sindaco o questore poteva pensare che si potessero aprire e non avere assembramenti?!? I gestori delle discoteche non sono esattamente una categoria al di sopra di ogni sospetto, ma come puoi pensare che la gente in un locale non faccia quello per cui c’è andata, cioè stare insieme? Perché le avete fatte aprire, eravate ubriachi o interessati?”

linus chiusura discoteche

Il concetto è stato ribadito anche in un’intervista su Repubblica di oggi:

Dovevano rimanere chiuse fin dall’inizio?
«Come si poteva pensare di aprirle col distanziamento? È come un’enoteca che non ha il vino, una cosa senza senso, da ubriachi. E lo dice uno che ci ha vissuto nelle discoteche. Aver lasciato decidere le Regioni in base all’indice di contagio mi sembra un’altra stupidaggine: cosa c’entrava la statistica? In quei locali ci vanno anche i turisti. Questa nuova chiusura è fastidiosa e ipocrita anche nella tempistica, visto che è stata presa appena dopo Ferragosto».

La cosa che sembra davvero allucinante è che nella stessa pagina Repubblica spiega come hanno reagito alcuni governatori all’ordinanza che chiude le discoteche:

Non è un passaggio semplicissimo, quello con i capi delle amministrazioni regionali: il friulano (e salviniano) Massimiliano Fedriga boccia apertamente l’ordinanza, gli altri non si esimono dalle critiche. E lo fanno in modo trasversale. Giovanni Toti, presidente della Liguria, fa notare come lui, il leghista veneto Luca Zaia e il governatore pugliese del Pd Michele Emiliano abbiano segnalato che «il Paese non è di fronte a un’emergenza sanitaria, visto che gli ospedali sono fortunatamente quasi vuoti: ecco perché — dice Toti — non tollereremo altre chiusure». Ed Emiliano, pur facendo parte della coalizione di governo, non ha mancato di esprimere le sue perplessità verso un’ordinanza che colpisce le discoteche e le sale da ballo ma non sanziona gli assembramenti che, ad esempio, si verificano sulle spiagge o nei centri storici.

E viene spiegato anche perché: “Nessuno vuole alienarsi la simpatia dei giovani né inimicarsi gli imprenditori del settore. E infatti il pd Stefano Bonaccini, il coordinatore della conferenza dei presidenti di Regione, nel promuovere l’ordinanza dice che «a queste necessarie misure vanno accompagnati provvedimenti di sostegno delle imprese»”. Bene, ma non benissimo.

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