La bufala delle scie chimiche a Porta a Porta

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-11-14

Il direttore dell’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze parlando dei recenti fenomeni meteorologici ha detto che è come se ci trovassimo all’interno di un esperimento. Subito i complottisti hanno iniziato a dire che si tratta un’ammissione delle operazioni di geoingegneria clandestina, ma forse invece che guardare in cielo dovrebbero guardare i tubi di scappamento delle loro automobili

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Le scie chimiche? Abbiamo imparato che quella del complotto per la modifica del clima (e dell’umore) è una delle bufale più assurde di sempre. Ma poi succede che durante una puntata di Porta a Porta un climatologo, nientemeno che il Direttore dell’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze Antonio Raschi, faccia una dichiarazione che ha letteralmente spostato i già delicatissimi sismografi dei teorici del complotto della geoingegneria clandestina. Persone che già nelle prime ore dopo i disastri in Veneto, Friuli e Sicilia avevano iniziato a trovare le prove della “manina” all’opera contro il governo che aveva causato il disastro.

Cosa ha detto Antonio Raschi a Porta a Porta sul cambiamento climatico

Durante la puntata andata in onda il 6 novembre Bruno Vespa ha chiesto a Raschi, che era in collegamento da Firenze, di spiegare se anche con questo clima che sembra impazzito è possibile prevedere fenomeni come quelli che hanno devastato le montagne del bellunese e fatto tracimare i fiumi in Friuli Venezia Giulia. In poche parole come ci si può preparare in anticipo a difendersi da quelle che i giornalisti definiscono “bombe d’acqua” (terminologia di per sé assolutamente non scientifica)? Raschi spiega che «quando ci sono eventi di questo tipo, che sono rarissimi ma a causa del cambiamento climatico diventeranno più frequenti, ancora non lo sappiamo esattamente, si può far poco», beninteso a livello di previsione non di messa in sicurezza del territorio che è un altro ambito.

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Ma è subito dopo che Raschi fa la rivelazione che ha mandato in tilt gli sciachimicari: «Il vero problema è che siamo estremamente più esposti ai problemi climatici, siamo tanti, le nostre risorse sono limitate e quindi un evento catastrofico come questo ci danneggia molto. E poi l’altro aspetto è che siamo al centro di un esperimento planetario – chiamiamolo così – un esperimento di cambiamento del clima del quale non sappiamo ancora quali saranno gli effetti sul lungo periodo». Apriti cielo.

Quelli che negano il consenso alla geoingegneria clandestina

I teorici delle scie chimiche non hanno colto che quella sull’esperimento planetario era una metafora per spiegare quello che sta succedendo al clima e al pianeta. L’hanno presa invece come una pubblica ammissione, per bocca di uno degli scienziati che generalmente fanno da gatekeeper, del fatto che le scie chimiche non sono una cosa inventata ma sono realtà. Così come esiste realmente l’esperimento che ha come vittime i semplici cittadini bombardati dalle operazioni di geoingegneria clandestina.

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Si tratta di un evento di portata storica: per la prima volta un esponente della cosiddetta “scienza ufficiale” si è lasciato sfuggire la verità sull’esistenza di esperimenti di manipolazione climatica. Subito sull’Internet i vari esperti di chemtrails hanno iniziato a consigliare a tutti i cittadini di sporgere denuncia contro il complotto e di farlo al più presto. Perché “in caso di tacito assenso da parte dei cittadini dopo trenta giorni questi criminali si sentiranno liberi di continuare”.

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C’è quindi solo un mese di tempo per fermare – una volta per tutte – le scie chimiche. E tutto è stato reso possibile grazie al “lapsus” del professor Raschi. Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per lo sciachimicaro che ora ha le “prove” che quello che ha sempre pensato è vero.

Il vero significato delle parole di Raschi

La soluzione al problema è incredibilmente semplice. Così come è stato sempre incredibilmente semplice scoprire le prove del più ingegnoso, perfetto, pericoloso e nascosto complotto globale. Per fermare le scie chimiche e quindi restituire al Popolo Sovrano le sue mezze stagioni (ma anche la cortesia e l’ampio parcheggio) basta pubblicare su Facebook un semplice messaggio.

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Messaggio che fa più o meno così: «Nego il consenso alla manipolazione del clima tramite la geoingegneria». Scacco matto a tutti i cattivoni che spargono bario e boria nei cieli e che causano terremoti e catastrofi con HAARP. Siamo in democrazia e anche i complotti non possono fare nulla contro la forza del diritto e della burocrazia delle carte bollate (su Facebook). «Dobbiamo riprenderci la nostra sovranità», tuona Mida Riva, noto freevax ed esperto di vaccini contaminati che sogna una democrazia in grado di difendere la sovranità climatica e meteorologica.

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In realtà il senso delle parole di Raschi era un altro. Come ha spiegato al Foglio  il Direttore dell’Istituto di Biometeorologia ha semplicemente detto che «che è come se fossimo al centro di un esperimento planetario, causato da noi stessi, alterando il sistema in cui viviamo e osservandone l’evoluzione. Almeno, questo è quanto intendevo dire». Quell’esperimento è la modificazione del clima del Pianeta tramite l’emissione di gas serra che ha portato al cambiamento climatico e al surriscaldamento globale (la cui esistenza è negata dagli sciachimicari). Il professor Raschi stava quindi riferendosi a questo “esperimento” e non a oscuri complotti orditi ai piani alti del palazzo degli Illuminati. Non c’è stata alcuna ammissione dell’esistenza delle scie chimiche semplicemente perché le scie chimiche non esistono. Ed è interessante notare che dopo decenni spesi a parlare di geoingegneria clandestina le uniche “prove” della loro esistenza siano quelle due paroline pronunciate a Porta a Porta. Davvero gli sciachimicari non hanno saputo trovare nulla in tutti questi anni?

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