I tre detenuti morti nel carcere Sant’Anna di Modena

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-09

A Modena si è sviluppata ieri una vera e propria rivolta dei carcerati, circa 530, in segno di protesta per le restrizioni ai colloqui dovute all’emergenza coronavirus. Fonti dell’amministrazione penitenziaria sostengono che non ci fosse alcun segno di lesione sui corpi

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Tre detenuti sono stati trovati morti al carcere Sant’Anna di Modena dove era in corso una rivolta per la psicosi Coronavirus. Fonti dell’amministrazione penitenziaria sostengono che non ci fosse alcun segno di lesione sui corpi. Due decessi, infatti, sarebbero riconducibili all’uso di stupefacenti, mentre il terzo detenuto è stato rinvenuto in stato cianotico, di cui sono si conoscono le cause.

I tre detenuti morti nel carcere Sant’Anna di Modena

Le tre morti non sarebbero direttamente riconducibili alla rivolta nel carcere, precisano le fonti, anche se gli accertamenti sono appena cominciati e sono tuttora in corso. Anche per quanto riguarda le cause dei decessi, le verifiche sono in fase preliminare ed avrebbero evidenziato che uno dei tre è morto per abuso di sostanze oppioidi, l’altro di benzodiazepine, mentre il terzo è stato rinvenuto cianotico, ma non si conosce il motivo di questo stato. Da ieri circolano video dei sindacati di polizia che raccontano le rivolte nelle carceri:

Il primo detenuto sarebbe morto per un arresto respiratorio. Sono in corso indagini e approfondimenti per chiarire le cause e le circostanze della morte e per capire se siano legate o meno alla rivolta. A Modena si è sviluppata ieri una vera e propria rivolta dei carcerati, circa 530, in segno di protesta per le restrizioni ai colloqui dovute all’emergenza coronavirus. Si sono registrati momenti di forte tensione che ancora non sono terminati, con i detenuti ancora barricati all’interno del penitenziario. “Devastato anche il carcere di Modena dopo quello di Salerno e di Poggioreale, trasferiti 70/80 detenuti in altre carceri”, dichiarano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale. “Si tratta solo di quei detenuti – spiega Durante- che erano riusciti a raggiungere il cortile, per tentare di evadere. Al momento, ci riferiscono i colleghi, gli altri detenuti si trovano all’interno del carcere, dove sono barricati e probabilmente in possesso di armi improprie. Si sta valutando come e quando intervenire per ripristinare la legalità, all’interno di un carcere che, da quanto ci viene riferito, è ormai completamente distrutto”. “Sembra sia stato addirittura incendiato anche l’ufficio matricola, dove sono custoditi i fascicoli dei detenuti” spiega ancora Durate. Una protesta, quella di questi giorni, che testimonia la situazione di grave insicurezza delle carceri. “Da tempo stiamo dicendo che nelle carceri non c’e’ piu’ sicurezza – conclude il segretario del Sappe – un solo agente deve gestire 70-80 detenuti e non si riesce più a garantire l’ordine. Una situazione rispetto alla quale dovrebbero assumersi la responsabilita’ morale alcuni politici e amministratori che hanno governato il sistema penitenziario negli ultimi anni. Riteniamo anche assolutamente inopportuna la richiesta di indulto e amnistia fatte in questi giorni da alcune associazioni – conclude Durante – in piena emergenza coronavirus”.

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