La rivolta dei detenuti alle carceri di Poggioreale e Sant’Anna

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-08

A Napoli a protesta è divampata per l’annunciata sospensione dei colloqui per contrastare il contagio da coronavirus. A Modena c’è il panico per la pandemia coronavirus

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È in corso una protesta dei detenuti all’interno del carcere di Poggioreale a Napoli. Secondo quanto riferito da fonti sindacali, alcuni detenuti sarebbero saliti sui muri del ‘passeggio’, in una zona interna al penitenziario. La protesta è divampata per l’annunciata sospensione dei colloqui per contrastare il contagio da coronavirus. Intanto, dinanzi all’istituto vi sono decine di agenti di polizia e carabinieri e vigili del fuoco. Sul posto sono presenti anche alcuni familiari dei detenuti che anche loro protestano contro la misura annunciata.

La rivolta dei detenuti alle carceri di Poggioreale e Sant’Anna

I familiari dei detenuti, dinanzi al carcere di Poggioreale a Napoli, hanno bloccato il transito dei tram. Momenti di tensione si sono registrati quando all’interno dell’istituto sono entrati alcuni agenti della Polizia penitenziaria muniti di scudi protettivi. I familiari espongono striscioni chiedendo l’indulto o l’amnistia o in alternativa un provvedimento che possa mettere i loro familiari agli arresti domiciliari.


Giuseppe Di Carlo, segretario generale del coordinamento nazionale polizia penitenziaria, dice che è in atto anche una rivolta al carcere Sant’Anna di Modena: “È in corso nel carcere Sant’Anna di Modena un’altra rivolta dettata dal panico di pandemia da coronavirus, vediamo il levarsi in aria una cortina di fumo nero, speriamo che non ci siano feriti tra il Personale di Polizia. Ora è in corso una mobilitazione delle forze dell’ordine che stanno accorrendo sul posto numerose per aiutare i colleghi”.

Per sedare i gravi disordini nel carcere di Modena e far fronte all’emergenza , sono stati richiamati anche i poliziotti liberi dal servizio: lo dichiarano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale. “Ci e’ stato riferito che proviene fumo dall’Interno del carcere, dovuto probabilmente ad un incendio in atto”, concludono.

Le rivolte a Frosinone, Foggia e Salerno

Gennarino De Fazio, per la UilPa Polizia Penitenziaria nazionale, fa il punto della situazione: “Dopo i gravissimi disordini di ieri sera presso la casa circondariale di Salerno e in altre sedi, giungono drammatiche notizie da Frosinone, dove sarebbe stato distrutto un intero reparto (ma non vi sarebbe stata alcuna evasione, diversamente da quanto riportato da alcuni organi d’informazione), da Modena, dove sarebbe in corso una violenta rivolta, da Foggia, dove pure vi sarebbero tensioni e pesanti disordini e, di nuovo, da Napoli Poggioreale, dove le tensioni di ieri sarebbero sfociate in vibranti proteste”.

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“Sono momenti drammatici e convulsi – continua – nei quali da donne e uomini di Stato pensiamo per prima cosa a difendere le istituzioni democratiche e la sicurezza dei cittadini, dunque abbiamo notizie del tutto parziali e frammentarie, ma univoche nel raccontare gravi tensioni e disordini in molti istituti penitenziari del Paese. Solo ieri sera, da ultimo, avevamo detto che le carceri finiranno per essere il banco di prova finale del governo, anche perché nessuno che conosca il carcere poteva non sapere quello che si sarebbe verificato”. “Lo ribadisco – conclude il rappresentante sindacale – non si dica che quanto sta accadendo è per il coronavirus, ma è con il coronavirus, perché il grave stato emergenziale che attanaglia le carceri, i detenuti e chi vi opera è in essere da troppo tempo e solo l’improvvisazione di chi ha il dovere di gestirle politicamente, per conto dei cittadini, poteva non prevedere quello che sta accadendo in queste ore. D’altronde le organizzazioni sindacali rappresentative degli operatori del Corpo di polizia penitenziaria, pressoché unanimemente, lo denunciano insistentemente da mesi senza essere degnate della doverosa attenzione del ministro della Giustizia, il quale dovrebbe forse rammentare di non aver ricevuto un’investitura divina. Ora speriamo che si limitino i danni e tutto rientri nella normalità, ma immediatamente dopo nessuno potrà più far finta di niente”.

EDIT ORE 17,05:  “In questo momento a seguito delle modifiche introdotte dal governo rispetto alle modalità di colloquio nelle carceri tra detenuti e familiari, a causa dell’infezione da Coronavirus sono in corso proteste dei detenuti negli istituti penitenziari di Napoli Poggioreale, Modena, Frosinone, Alessandria San Michele; battiture delle inferriate da parte dei reclusi sono inoltre in atto da parte dei detenuti a Foggia e Vercelli. Mentre questa mattina un centinaio di persone hanno richiesto di effettuare i colloqui presso la Casa Circondariale di Napoli Secondigliano stazionando per alcune ore. Lo ricorda sottolinea l’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) attraverso il suo segretario gnerale Leo Beneduci. “Il nostro auspicio che i detenuti comprendessero quanto le misure assunte dal governo fossero comprese dalla popolazione detenuta nel loro intento di tutelare la salute degli stessi reclusi oltre che dei loro familiari e del personale non sembra essere stato esaudito; ciò nonostante in questo particolare momento – aggiunge l’esponente dell’Osapp – si devono individuare nelle proteste in atto gravi carenze nell’organizzazione e nella ‘catena di comando’ tra l’Amministrazione Centrale e gli enti periferici della stessa amministrazione laddove si appalesa un’assenza di coordinamento tra il centro e la periferia e nelle direttive che gli enti territoriali dovrebbero ricevere dall’amministrazione centrale rispetto al fatto ad esempio che i reclusi non dovrebbero subire danni o ritardi nel ricevimento dei pacchi -corrispondenza o delle somme di denaro che di regola ricevono dai loro familiari”.

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