Coronavirus Piemonte, le regole per spostarsi nelle province diventate zone chiuse

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-08

L’Ordine dei Medici chiede che tutta la Regione sia dichiarata zona rossa. Stamattina la sesta vittima e crescita esponenziale di positivi al Coronavirus. Le cinque province per le quali sono state introdotte le regole più rigide, Asti, Alessandria, Novara, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola, rappresentano il 42,3% del territorio regionale con una quota del 31% della popolazione

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Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, è risultato positivo al coronavirus SARS-COV-2. Le sue condizioni di salute sono buone e continuerà a lavorare “inevitabilmente a distanza”. Ma questa è soltanto l’ultima brutta notizia su COVID-19 in Piemonte, che oggi vede cinque sue province rientrare nelle zone chiuse disegnate dal decreto del governo (Alessandria, Asti, Vercelli, Novara, Verbano-Cusio-Ossola) mentre è deceduto questo pomeriggio per arresto cardiorespiratorio all’ospedale di Alessandria un paziente di 75 anni ricoverato da alcuni giorni presso il reparto di malattie infettive con un quadro clinico pregresso definito dai medici fortemente compromesso e che era risultato positivo al test del tampone. Si tratta sesto caso di Piemonte di persona deceduta e positiva al virus.

Coronavirus Piemonte, le regole per spostarsi

Nella regione intanto sono passate da una media di 700 telefonate al giorno alle 3.800 di ieri le telefonate al numero verd per l’emergenza coronavirus. Lo rende noto l’Unità di crisi della Regione Piemonte, ricordando che il numero verde sanitario 800.19.20.20 “non è deputato a dare chiarimenti su dubbi circa l’applicazione delle misure di contenimento disposte dal Governo”. Di conseguenza, “deve quindi essere utilizzato solo per ricevere indicazioni in caso si abbia il dubbio di aver contratto il virus. Si raccomanda, infine, di rivolgersi al 112 solo per una reale emergenza sanitaria”. E nel frattempo due pazienti in terapia intensiva all’ospedale di Pavia, non affetti da coronavirus, sono stati trasferiti all’ospedale di Moncalieri (Torino).

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L’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Provincia di Torino ha chiesto che tutta la regione sia considerata zona rossa: “I dati di questa mattina riguardanti il Piemonte – spiega l’ente in una nota – denunciano un notevole incremento dei ricoveri per pazienti affetti da Covid-19 rispetto a ieri, i ricoveri non in terapia intensiva sono aumentati di oltre il 100% in 24 ore, da 82 a 176. Il contagio sta dunque avanzando in modo esponenziale, con circa il raddoppio dei casi da un giorno all’altro. Siamo consapevoli che la richiesta e’ dolorosa e impone sacrifici alla popolazione, ma è a nostro avviso indispensabile per tutelare la salute di tutti. È inoltre necessario che siano messe in atto e comunque rafforzate le misure a protezione dei medici e di tutti gli operatori sanitari, perché possano continuare la loro attività clinica in sicurezza per sé e per i pazienti. Le cinque province del Piemonte per le quali sono state introdotte le regole più rigide, Asti, Alessandria, Novara, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola, rappresentano il 42,3% del territorio regionale con una quota del 31% della popolazione. L’estensione maggiore è della provincia di Alessandria, 3558 chilometri quadrati con oltre 428 mila abitanti.  In un solo giorno il numero dei positivi è cresciuto di 145 casi: “L’impennata nella diffusione del contagio non ci coglie di sorpresa e faremo fino in fondo la nostra parte per affrontarla”, ha sottolineato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, aggiungendo: “è fondamentale che tutti i cittadini diano una mano, rispettando le indicazioni del Sistema sanitario regionale e nazionale. Dobbiamo rallentare il più possibile la diffusione del virus, evitando assembramenti, restando in casa, lavandoci spesso le mani. Tutti insieme ce la faremo”.

Le cinque province del Piemonte nelle zone chiuse per il Coronavirus

Per quanto riguarda queste zone, bisogna “evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori” indicati, “nonché all’interno dei medesimi territori” fatta eccezione “per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute”. È consentito “il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”. Alle persone “con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante”. Divieto assoluto di uscire di casa per “i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus”. Il prefetto di Asti ha annunciato che non ci saranno check point:  “Non c’è un divieto assoluto di spostamento, c’è una limitazione. Le forze dell’ordine continueranno a fare i normali controlli del territorio. In altre zone li hanno già tolti e non saremo noi a metterli. È chiaro che si fa appello al senso di responsabilità di tutti degli esercenti e delle attività produttive perché certe regole vengano applicate e rispettate e le forze di polizia faranno controlli di routine”.

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Coronavirus: la nuova zona arancione (Corriere della Sera, 8 marzo 2020)

La prefettura di Alessandria ha invece emanato una serie di regole per spostarsi: “Sono consentiti gli spostamenti per: comprovate esigenze lavorative, effettiva necessità, motivi di salute. I trasporti pubblici non subiranno limitazioni”, ha precisato l’ente. Al termine della riunione nella quale è stato esaminato il Dpcm firmato nella notte e da poche ore in Gazzetta Ufficiale, la Prefettura di Alessandria ha sottolineato in particolare la necessità, allo scopo di agevolare i controlli, che i datori di lavoro forniscano ai dipendenti un’attestazione o un documento (tessera o simili) che comprovi il rapporto di lavoro; liberi professionisti o artigiani, invece, dovranno avere con sé idonea documentazione. È una effettiva necessità, inoltre, quella ad esempio degli abitanti di centri senza negozi di recarsi in quello più vicino per gli acquisti fondamentali per la vita quotidiana. Rientrano tra i motivi di salute che autorizzano gli spostamenti, invece, cure ospedaliere, ambulatoriali, approvvigionamento di farmaci e simili. Definite le intese con le Forze di Polizia per i controlli sull’attuazione del Decreto, con costante monitoraggio dalla Prefettura, anche attraverso riunioni di coordinamento con gli enti e uffici interessati, la prossima già domani. Anche l’outlet di Serravalle Scrivia, tra i più grande d’Europa, è rimasto chiuso questa mattina in ottemperanza alle nuove disposizioni.

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