Gli spot su reddito e quota 100 a Sanremo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-08

Gli spot sono andati in onda con l’oggetto “Comunicazione Istituzionale” davanti a dieci milioni di telespettatore. I parlamentari PD preannunciano ricorsi all’AGCOM e denunciano pressioni sui vertici RAI per la messa in onda

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Nel corso delle pause pubblicitarie del Festival di Sanremo sono stati mandati in onda due spot commissionati dal governo su “reddito di cittadinanza” e “Quota 100“. Gli spot sono andati in onda con l’oggetto “Comunicazione Istituzionale” e servivano, nelle intenzioni, a informare su cosa fare per Quota 100 e il reddito di cittadinanza.

Gli spot su reddito e quota 100 a Sanremo

La grafica utilizzata per gli spot ricorda moltissimo le slide sul reddito di cittadinanza presentate dal professor Mimmo Parisi ai membri del governo per illustrare la misura e nel palinsesto pubblicitario hanno preso il posto di altre comunicazioni istituzionali o pubblicità di programmi RAI, non intaccando quindi i sontuosi incassi che Baglioni ha garantito a viale Mazzini. Ma, dicono i parlamentari del Partito Democratico che già ieri hanno cominciato a protestare per la messa in onda degli spot, «l’aspetto ancora più grave di questa assurda vicenda è il carattere assolutamente ingannevole dello spot in questione. Sono presenti, infatti, requisiti del tutto aleatori e vaghi rispetto alle reali modalità di erogazione del cosiddetto reddito di cittadinanza. Così si illudono le persone approfittando di uno degli spazi di maggior visibilità offerti dal servizio pubblico».

reddito di cittadinanza slide 1

“La messa in onda degli spot propagandistici e taroccati su Quota 100 e Reddito di cittadinanza viola la Legge 7 giugno 2000, n. 150. L’Agcom, anche a seguito dell’esposto presentato dal capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai, Davide Faraone, ha il dovere di sospendere immediatamente la messa in onda, che peraltro sta riguardando fasce orarie a diffusione altissima come Sanremo e gli spazi pubblicitari dei telegiornali”, ha dichiarato invece la deputata PD Alessia Morani preannunciando un ricorso all’Authority.

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Anche i membri di Forza Italia in commissione di Vigilanza Rai Giorgio Mulè, Maurizio Gasparri, Alessandra Gallone, Patrizia Marrocco, Renato Schifani e Andrea Ruggieri sono andati all’attacco: “La Rai è per caso diventata l’ufficio stampa del Governo del Cambiamento? Che importo ha rinunciato a incassare ieri sera, per vestire i panni del Minculpop dei sostenitori di Maduro, anziché vendere gli spazi a investitori pubblicitari che li avrebbero pagati a peso d’oro? Chi risponderà del lucro cessante derivante da questa operazione di pura propaganda governativa, del tutto sconnessa dalla realtà dei fatti? Ne chiederemo conto in Commissione di Vigilanza”.

Intanto su Facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, sostiene che i vertici RAI abbiano denunciato pressioni proprio dal governo per favorire la messa in onda degli spot: “Il presidente della Vigilanza Rai Barachini si attivi per verificare per le vie brevi questa notizia, anche contattando sia il sito sia la Rai, e convochi immediatamente l’amministratore delegato Salini in commissione”.

Foto copertina: frame da video Lettera43

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