Politica
Salvini riuscirà ad obbligare Pillon ad ascoltare Zelensky?
neXtQuotidiano 22/03/2022
Il segretario del Carroccio ha chiesto a tutti i parlamentari di essere presenti. Ma il suo appello potrebbe essere non seguito da tutti
Uno scontro interno alla Lega, l’ennesimo, si è consumato nelle ultime ore. La pietra della contesa è il collegamento in diretta con la Camera dei Deputati del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky. E dal Carroccio si sono alzate alcune voce di dissenso per questa iniziativa (che, in realtà, ha raccolta una stragrande maggioranza di apprezzamenti. E quella più rumorosa arriva dalla bocca di un noto senatore che ha espresso “perplessità” su questo evento. Ed è qui che si sta consumando lo scontro tra Matteo Salvini e Simone Pillon.
Salvini-Pillon, lo scontro sulle presenze per Zelensky alla Camera
Nei giorni scorsi, infatti, il senatore del Carroccio si era espresso così su quel che accadrà oggi nell’Aula di Montecitorio a partire dalle ore 11.
“Sulla videoconferenza ho forti perplessità perché credo che dovremmo collocarci in una posizione adeguata per promuovere la pace. Vendere armi a una delle parti in conflitto non favorisce il dialogo”.
Parole che fanno pensare a un disimpegno. Anche perché lo stesso senatore leghista ha annunciato che non sarà in Aula oggi per altri impegni pregressi. Eppure Matteo Salvini, come riporta il quotidiano La Repubblica, ha invitato tutti i suoi parlamentari a presentarsi a Montecitorio e non disertare il collegamento video con il Presidente ucraino. Chissà se quell’ordine arrivato da via Bellerio sarà seguito.
Nel frattempo, il capogruppo della Lega Riccardo Molinari prova a smontare il caso Salvini-Pillon definendo quest’ultimo con queste parole:
“Fortunatamente della Lega ho letto un nome solo, un nome che è solito avere posizioni un po’ sopra le righe”.
Insomma, tutti conoscono l’anima e il pensiero di Simone Pillon. Ma Molinari dimentica che in Aula, probabilmente, non ci sarà neanche il deputato Vito Comencini che già nei giorni scorsi si era espresso in favore di Putin e della Russia, parlando direttamente da San Pietroburgo e annunciando un suo imminente viaggio nel Donbass.