Cosa c’è di vero nella storia di Salvini che chiude i porti e salva i migranti dalla morte (niente)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-03-18

Il ministro (e papà) ha rivendicato il successo della sua azione di contrasto all’immigrazione spiegando che nei primi tre mesi del 2019 è morto un solo migrante. Ma Salvini gioca con i numeri, e forse per pudore non racconta cosa succede ai migranti salvati dalla guardia costiera libica e riportati indietro

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La pacchia è finita per i migranti che dalle coste dell’Africa settentrionale cercano disperatamente di arrivare in Italia e in Europa? Secondo il ministro dell’Interno Matteo Salvini certamente sì. E non solo è diminuito il numero dei migranti sbarcati, è diminuito anche il numero di persone che sono morte durante la traversata. Ieri ospite da Barbara d’Urso a Domenica Live Salvini ha dichiarato che «nel 2019 è stato recuperato un solo morto nel Mediterraneo».

Davvero è morto un solo migrante nel 2019?

Non solo quindi abbiamo meno immigrati, ma abbiamo anche meno immigrati morti. E tutto grazie alla strategia dei “porti chiusi” e alla lotta senza quartiere nei confronti delle ONG. La prova provata, semmai ce ne fosse ulteriore bisogno per i patridioti, che sono proprio le imbarcazioni “pirata” delle organizzazioni non governative con la loro attività di salvataggio e taxi del mare a causare naufragi, affondamenti e morti. Peccato però che le cose non stiano affatto così.

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Se è vero infatti che il numero degli sbarchi da gennaio al 15 marzo si è ridotto del 94,37% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente non si può dire che nei primi tre mesi del 2019 sia morta una sola persona. Ed infatti Salvini dice “recuperato un solo morto”. Dall’inizio dell’anno in Italia sono arrivati 335 migranti (contro i 5.945 del periodo gennaio-marzo 2018).

I veri numeri (e le ragioni) dei morti in mare nel 2019

Nello stesso periodo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) riferisce che nel Mediterraneo sono morti 234 migranti (che per la cronaca è la zona del mondo dove muoiono più migranti). Di questi 153 persone sono morte lungo la rotta del Mediterraneo Centrale, ovvero quella che dalle coste della Libia e del Nordafrica punta prevalentemente verso l’Italia.

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Fonte: IOM

Nello stesso periodo del 2018 nella stessa zona del Mediterraneo sono morte 527 persone (a fronte di oltre 5mila sbarcate sane e salve). Anche se in termini assoluti il numero dei morti in mare è inferiore nel 2019 rispetto al 2018, in proporzione al numero dei migranti sbarcati in Italia il numero di morti del 2019 è quindi aumentato. Secondo il progetto dell’IOM “Missing Migrants” anche in rapporto al numero dei tentativi di traversata (anche quello ridotto nel 2019) il numero di morti è in aumento. Se nel 2018 il 3,4% dei tentativi si concludeva con la morte dei migranti nel 2019 questa percentuale è salita all’11,5%. Si parte di meno, si arriva di meno ma si muore di più.

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Fonte: IOM

E questo è anche perché i governi italiani (prima con Minniti e poi in maniera ancora più decisa con Salvini) hanno fatto in modo da rendere più difficile se non impossibile l’attività di salvataggio da parte delle ONG che in gran parte si sono viste costrette ad abbandonare il tratto di mare tra Italia e Libia. Ma c’è un’altra cosa che Salvini non dice, ovvero la ragione per cui sono diminuite le partenze (e gli sbarchi): gli accordi con la Libia (firmati nel 2017 da Gentiloni). I “barconi che tornano indietro” tornano proprio lì, 15mila quelli intercettati e riportati indietro dalla guardia costiera libica nel 2018. E la Libia è un paese dove i migranti “salvati” vengono rinchiusi in centri di detenzione dove si assiste ad una sistematica violazione dei diritti umani che i politici italiani spesso e volentieri fingono di non conoscere non vedere. Quelle persone forse non sono morte in  mare, ma la loro sorte non è delle migliori. Ma questo è il prezzo da pagare per la propaganda sicuritaria della Lega e del MoVimento 5 Stelle.

Leggi sull’argomento: La flat tax per le famiglie è come il taglio delle accise sulla benzina

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