La storia di quando Salvini era No TAV

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-30

Salvini non è mai stato No TAV e non ha mai indossato felpe del movimento No TAV. Alcuni esponenti della Lega Nord invece più volte hanno lisciato il pelo a chi non voleva la Torino-Lione, ma solo per convenienza elettorale. Quello che è certo è che il M5S si è consapevolmente alleato con una forza politica che oggi (nel 2019, non nel 2005 o nel 1997) è Sì TAV e che grazie ai voti del Sud può smettere di preoccuparsi se perde qualche voto in Val di Susa per colpa del TAV

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Il M5S è sempre stato, fin dalla nascita, contrario alla TAV mentre «ricordo perfettamente i sindaci leghisti contro e anche un Salvini no Tav: lui dovrebbe spiegare in base a quali elementi ha cambiato idea». Così ieri durante un’intervista radiofonica il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli andava all’attacco della Lega sulla questione della Torino-Lione. Ma davvero c’è stato un momento in cui Salvini è stato contrario al TAV?

Le foto fake di Salvini “No Tav”

In questi giorni circolano due immagini di Salvini con addosso una felpa No Tav ad una presunta “manifestazione No Tav” e un’altra in compagnia di Umberto Bossi con addosso una ancora più improbabile “camicia No Tav”. Quelle foto sono naturalmente dei falsi. Innanzitutto non esistono camicie non il logo No-Tav, in secondo luogo non si capisce come mai Salvini avrebbe dovuto indossare una maglia dei No Tav ad una manifestazione che si è chiaramente svolta in Veneto compare in questo articolo del Post. La foto originale risale al 2014 e con la didascalia «Umberto Bossi e Matteo Salvini durante la manifestazione di solidarietà per gli indipendentisti arrestati a Verona, in un’immagine del 6 aprile 2014».

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Anche la seconda foto di Salvini “No Tav” è un falso clamoroso. Anche in questo caso siamo in Veneto (lo si vede dalle bandiere sullo sfondo) e non siamo certo in una valle del Piemonte ma in una città. La domanda è sempre la stessa: perché Salvini doveva indossare una felpa No Tav in Veneto? La risposta: la felpa non esiste. In questo caso la foto è stata presa da una visita del segretario della Lega Nord nel bellunese nel 2015. La felpa originale reca la scritta “VENETO”.

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Appurato quindi che Salvini non ha mai indossato felpe “No Tav” ci sono elementi per dire che il vicepremier e ministro dell’Interno sia mai stato contrario all’opera, esattamente come il MoVimento 5 Stelle. A ben guardare non risultano dichiarazioni di Salvini in tal senso. Quella più assimilabile ad una posizione non nettamente a favore della TAV è quella rilasciata nel 2015 da Salvini alla festa della Lega di Giaveno .

«Su questo tema devono decidere i cittadini, non ideologicamente o per partito preso la Lega a livello nazionale ha sempre ritenuto che fosse un’opera utile, ma a livello locale invece ci sono attivisti che ritengono che l’opera sia eccessiva e troppo impattante». Salvini diceva appunto che la Lega nazionale aveva sempre rimarcato il suo essere a favore del TAV ma riconosceva il fatto che alcuni attivisti a livello locale fossero contrari alla Torino-Lione. Ragion per cui Salvini proponeva la sua soluzione «qualora ci fossi io al governo farei il referendum, in modo che siano i cittadini a decidere, sempre e comunque».

Cosa pensava della Tav la Lega degli inizi?

Salvini ora è al governo ma non è stato annunciato nessun referendum. Non ne ha bisogno, la Lega ritiene che il voto in Val Susa in occasione delle elezioni Regionali in Piemonte abbia ampiamente dimostrato come la popolazione locale sia a favore del TAV. Il movimento No Tav ormai rappresenta solo una minoranza dei valsusini. Inoltre a dire sì alla TAV è stato il Presidente del Consiglio Conte (in quota M5S) a nome del Governo (dove la maggioranza è del MoVimento).

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Fonte: Lettera43

Ma è vero quello che dice Toninelli, che la Lega è stata un tempo contraria alla realizzazione del buco inutile? Non è una novità, lo aveva ammesso lo stesso Salvini nel 2015. Ma va precisato che le posizioni “No Tav” della Lega sono sempre state molto diverse da quelle intransigenti degli esponenti del MoVimento (alcuni dei quali sono oggi al Governo). Partiamo da quella dichiarazione di Salvini sugli attivisti che a livello locale consideravano l’opera troppo impattante. Lettera43 nel 2011 ha pubblicato un articolo dove ripercorre le tappe delle posizioni leghiste sulla Torino-Lione. Perché è vero: la Lega è stata contro la TAV, ma non tutta la Lega, solo una parte. Ad esempio l’ex Eurodeputato Mario Borghezio è stato considerato uno dei più “No Tav” del partito di Bossi. Nel  2005 partecipò ad un corteo in Valle, ma venne anche “rimbalzato” da alcuni attivisti al posto di blocco di Borgone. Il giorno successivo denunciò di essere stato aggredito dai No Tav. Nel 2013 Borghezio poi definirà i No Tav «giovani rivoluzionari non sono solo figli di papà ma anche di papà con toga».

Perché la Lega ha cambiato idea sulla TAV?

La rottura con i No Tav si era quindi ormai consumata. Ma una certa Lega degli Anni Novanta e dei primi anni Duemila senza dubbio era contraria alla realizzazione dell’opera. I motivi erano i più vari: uno strano senso di ambientalismo e difesa della natura incontaminata della Padania, la consapevolezza che era importante non perdere voti preziosi nelle valli in un periodo storico in cui la Lega (Nord) era volutamente auto-confinata sopra il Po e quindi in percentuale ogni voto valeva di più. Ora che la Lega ha sfondato al Sud può usare i voti degli ex terroni per spingere sull’Autonomia di Veneto e Lombardia (quindi danneggiando il Mezzoggiorno) e al tempo stesso per dare il via libera alla Torino-Lione (andando contro i valsusini che sono contrari). Ormai i voti in Valle contano meno visto che la Lega è un partito nazionale.

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Già nel 2002 però le posizioni No Tav all’interno della Lega erano isolate. Bossi era al governo con Berlusconi e il segretario provinciale diramava questa nota: «In nessun caso saranno ulteriormente condivise le posizioni contro il progetto Tav assunte da esponenti leghisti o, peggio ancora, l’appoggio alle organizzazioni di sinistra che operano esclusivamente contro l’attuale governo». Un anno prima il ministro dell’Interno Maroni aveva elogiato l’operato delle forze dell’ordine nella gestione dei disordini in Val di Susa mentre il Presidente del Piemonte Cota parlava della TAV come «un progetto irrinunciabile». Nel 2005 l’ultimo cambiamento: Maroni dichiara che «La protesta della Val Susa non va ignorata, bisogna comprendere le ragioni della gente». Sì, senza dubbio a fasi alterne qualcuno nella Lega è stato tiepidamente contrario alla Torino-Lione. Ma accusare la Lega di essere incoerente e scoprirlo solo oggi è ridicolo. Stiamo parlando del partito che è entrato in Parlamento al grido di “Roma Ladrona” e promettendo l’indipendenza della Padania, non proprio il partito più coerente della storia politica italiana (ammesso che la coerenza sia un valore). In fondo il MoVimento 5 Stelle doveva aprire il Parlamento “come una scatoletta di tonno” e non fare alleanze con nessun partito della “vecchia politica”. Se l’è cavata con un “contratto”. E in quel contratto non c’è scritto che la TAV non si sarebbe fatta. Quindi perché Toninelli non ci spiega come ha fatto il M5S a passare dall’essere No Tav all’essere “ridiscutiamo la TAV”?

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