I pm chiedono 6 anni per Berlusconi e tutto quello che ha da dire Salvini è “Basta, non se ne può più”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-25

Il leader della Lega non entra minimamente nel merito delle accuse mosse (corruzione in atti giudiziari) e usa questo caso per fare spot ai referendum sulla giustizia

article-post

Ha ben pensato di non citare i capi di accusa (non di condanna, perché i giudici non si sono ancora espressi) mossi dal pubblico ministero e dal procuratore generale nei confronti di Silvio Berlusconi nel processo Ruby ter. Ma Matteo Salvini ha già pubblicato la sua sentenza sui social: “Basta, non se ne può più”. Poi lo “spot” al referendum sulla giustizia in programma il prossimo 12 giugno, come se le beghe personali (in riferimento a quelle “feste galanti” ad Arcore e le presunte false testimonianza nei primi due filoni di processo) dell’ex Cavaliere fossero legate al tema del voto popolare.

Salvini se la prende con la Procura che chiede la condanna di Berlusconi

Pochi minuti dopo le 16, infatti, la Procura di Milano ha reso note le sue richieste ai giudici chiamati a giudicare il terzo filone del “caso Ruby”, quello che riguarda la presunta (il condizionale è d’obbligo in assenza di una condanna o di una assoluzione) corruzione fatta da Silvio Berlusconi nei confronti di oltre 20 persone affinché dichiarassero il falso davanti ai magistrati. Il pm ha chiesto 6 anni di pena per l’ex Cavaliere, 5 per El Karima El Mahroug e altre condanne per tutti gli altri protagonisti di questo altro aspetto del caso.

E Salvini cosa ha da dire? “Altro processo, altra richiesta di condanna per Berlusconi per il “caso Ruby”. Ma basta, non se ne può più! 12 giugno, con i SÌ ai Referendum la Giustizia cambia”. Oltre al caso che viene immediatamente trasformato, come fosse un’agenzia di marketing, in spot elettorale per il voto popolare della seconda domenica di giugno, il leader della Lega si è ben guardato dal dare ai suoi “follower-elettori” il contesto di quella richiesta fatta dal pubblico ministero. Perché se ci sono leggi e ci sono accuse, nessun referendum può bloccare la macchina delle inchieste e degli eventuali processi. E, in attesa del giudizio finale del tribunale di Milano, il reato contestato all’ex Cavaliere esiste: “Corruzione in atti giudiziari” (articolo 319 ter del Codice Penale).

(Foto/IPP/Gioia Botteghi)

Potrebbe interessarti anche