Said Machaouat, il cane massacrato e il libro sul satanismo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-02

L’assassino di Stefano Leo era stato cacciato di casa prima dell’omicidio da Patrick Pietrarossa

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Said Machaouat, l’assassino di Stefano Leo, era stato cacciato di casa prima dell’omicidio. Patrick Pietrarossa, che lo aveva ospitato in casa fino a tre giorni prima, ha raccontato alla Stampa cos’era successo:

Ecco, questa casa di via Postumia, che non è più centro ma non è ancora periferia profonda, è stato l’ultimo rifugio del killer del Po. L’ultimo letto pulito in cui dormire, fino a tre giorni prima dell’omicidio. «L’ho buttato io fuori casa, non si poteva più andare avanti così. Mi pare fosse giovedì 21 febbraio». E se i ricordi sono perfetti, è accaduto esattamente due giorni prima dell’omicidio.

Patrick torna a a casa e trova il cane massacrato di botte. S’arrabbia con Said che ammette di averlo picchiato lui. Che non lo poteva più sopportare. E allora Patrick lo caccia via. E per Said quella è l’ultima offesa. Che armerà la sua mano. «Io non lo sentivo da almeno un anno o due, Said. C’è stato un tempo in cui eravamo amici. E allora era una persona normale. Violento? No, eravamo ragazzi. Se andavamo in discoteca e c’era una rissa non è che fuggivamo. Ma violento allora non lo era».

said machaouat

E adesso invece? «Era cambiato molto. Più cattivo, più aggressivo, più tutto». Si erano reincontrati a fine gennaio. Said era appena tornato dal Marocco e non aveva un posto dove andare. «Mi ha contattato e io non ho saputo dirgli di no: sa, in ricordo dei bei tempi andati. Ma ho capito subito che non era più lui». Era per la storia della moglie? «Forse anche quello, me ne avrà parlato un paio volte. Secondo me è cambiato dopo che ha letto un paio di libri sul satanismo. Diceva frasi strampalate. Era cattivo, davvero».

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