Il sacrificio di Toninelli per salvare il M5S

di Mario Neri

Pubblicato il 2019-05-30

Era una notte buja et tempestosa quando il MoVimento 5 Stelle decise di salvarsi dall’emorragia di sei milioni di voti nell’unico modo possibile: con il sacrificio umano di Danilo Toninelli. Racconta Paola Zanca sul Fatto che il ministro delle Infrastrutture è sul banco degli imputati: NON PER LE GAFFE, ormai passate nel dimenticatoio, ma proprio …

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Era una notte buja et tempestosa quando il MoVimento 5 Stelle decise di salvarsi dall’emorragia di sei milioni di voti nell’unico modo possibile: con il sacrificio umano di Danilo Toninelli. Racconta Paola Zanca sul Fatto che il ministro delle Infrastrutture è sul banco degli imputati:

NON PER LE GAFFE, ormai passate nel dimenticatoio, ma proprio per i contenuti: se Salvini vuole il sì al Tav –la macchina è già in moto, per fermarla una volta per tutte servirebbe un voto del Parlamento –tanto vale che ci metta la faccia lui. […] COSÌ , nelle valutazioni delle ultime ore, anche il posto di Toninelli è finito sul banco delle offerte agli alleati che si sono fatti grandi.

toninelli sacrificare

Perché, esattamente al contrario di quello che va dicendo Salvini, i Cinque Stelle possono cedere sui posti ma non sul programma: il Contratto non si può riscrivere, al massimo si potranno fare concessioni ai leghisti nei punti in cui era stato scritto in modo sufficientemente vago da permettere interpretazioni. Come nel caso del Tav, appunto: un progetto – recita l’accordo gialloverde – da “ridiscutere integralmente nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”.

Il MoVimento 5 Stelle quindi cominciò il sacrificio di Toninelli. In una notte senza luna, la Gran Sacerdotessa Virginia Saba diede il via al rito invocando tre volte Gianroberto Casaleggio e ottenendo così la materializzazione di un sito internet che non stava su nemmeno dieci secondi; seduto sul suo scranno fatto di violazioni della privacy su Rousseau, Davide Casaleggio mostrò il pollice come Commodo nel Gladiatore e lo piegò verso il basso; a quel punto Di Maio procedette mentre Di Battista dimenava le chiappe in una sfrenata danza tribale sulle note della mazurka di periferia di Raoul Casadei.

E al verso “Ci basta un Grillo per farci sognare” Egli si materializzò e disse: “Ok, mettiamo Sibilia al suo posto”. E fu così che finì tutto in vacca.

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