Attualità
La Russia usa il metodo Salvini contro il Coronavirus. E infatti ha due casi
Giovanni Drogo 31/01/2020
Da un paio di giorni Salvini chiede al governo di bloccare porti e aeroporti e controllare tutti gli ingressi. In Russia lo hanno fatto e il coronavirus è arrivato lo stesso
Anche in Russia sono stati individuati due casi di persone infette da coronavirus 2019-nCoV. Ad annunciarlo è la vice premier della Federazione Russia Tatiana Golikova che ha confermato che per entrambi i casi si tratta di due cittadini di origine cinese. Uno dei pazienti si trova nella regione della Transbajkalia (Siberia meridionale) l’altro nella regione Tyumen (nella Siberia occidentale).
Le misure adottate dalla Russia per fermare il coronavirus
Secondo il governo russo non c’è nulla di cui temere perché i due pazienti sono stati ricoverati in isolamento. Impossibile non notare però come la Russia in questi giorni abbia fatto esattamente quello che Matteo Salvini chiede di fare al governo italiano. Nell’ordine: ha chiuso l’intero confine ( lungo 4.000 km) con la Cina, ha bloccato l’ingresso di gruppi di turisti cinesi e ha deciso di sospendere i collegamenti aerei con la Cina ad eccezione di alcune rotte di Aeroflot verso Pechino, Hong Kong e Shangai. Per quanto riguarda i voli in arrivo dalla Cina invece è stato deciso di farli arrivare esclusiva,mente al terminal F dell’aeroporto di Sheremetyevo (una misura analoga è stata adottata anche in Italia per l’aeroporto di Fiumicino).
Sempre come misura precauzionale il governo di Mosca è orientato ad emanare il divieto per i cittadini russi di attraversare il confine con la Mongolia. Misure straordinarie che come si è visto non hanno fermato l’arrivo del coronavirus in Russia. E non avrebbero potuto farlo perché – al contrario di quello che dice Salvini – non è possibile fermarne la diffusione unicamente in questo modo, soprattutto tenuto conto dell’evoluzione dell’epidemia nella provincia di Hubei. Poco fa Salvini ha ribadito che è necessario controllare ogni ingresso in Italia. Non è sceso nei dettagli sul come farlo. In conferenza stampa Salvini si è lamentato anche del fatto che gli altri paesi europei si sono mossi per tempo, al contrario dell’Italia. Ma è vero il contrario: il nostro Paese si è sempre precauzionalmente messo un passo avanti rispetto alle direttive dell’OMS. E la decisione è stata presa “solo” ieri perché fino a ieri sera l’OMS non aveva emanato lo stato di emergenza globale.
Il senatore leghista che chiede di tracciare tutti i cinesi arrivati in Italia
Ciononostante dalle parti della Lega sono ancora alla ricerca del colpevole. L’ex sottosegretario allo Sviluppo Economico del Conte One Michele Geraci oggi ha dichiarato di volersi mettere a disposizione per affrontare in maniera bipartisan l’emergenza (e quindi non facendo sciacallaggio come il capo del suo partito). Ma non rinuncia a bacchettare l’esecutivo. Geraci – del quale ricordiamo quando disse che il rapporto deficit/PIL non dipende dal PIL – ha detto all’AdnKronos: «non so in base a quale informazioni hanno deciso per i sei mesi in cui sarà in vigore» dimostrando di non aver letto le comunicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha dichiarato lo stato di emergenza globale e lasciando intuire di non sapere che la legge italiana prevede che lo stato di emergenza nazionale possa essere emanato per un massimo di 180 giorni (sei mesi) eventualmente prorogabili di altri 180.
Ma Geraci ha anche delle proposte concrete, dopo essersi lamentato dei ritardi (quali?) sottolinea: «ora bisogna sapere dove sono le circa duemila persone che sono arrivate dalla Cina da noi, dall’inizio dell’anno» e preoccupato aggiunge: «certo bisognava controllarle prima, tracciarle. Anche i due casi dell’albergo di Roma si sarebbero potuti accertare prima, evitando i possibili contagi avuti da Malpensa a Roma». Chissà se Geraci ha da qualche parte una macchina del tempo per poter andare ad avvertire che a dicembre sarebbe iniziata un’epidemia in una città in Cina. E soprattutto chissà se è lo stesso Geraci che non più tardi di una settimana fa lodava le capacità di intervento e di risposta del governo cinese facendo addirittura un fantastico paragone tra l’ospedale (prefabbricato) costruito a tempi record e i terremotati ancora nelle tende. Per Geraci una settimana fa «le autorità stanno facendo quello che ragionevolmente si può fare, da un lato si preoccupano della salute del popolo e dall’altro il riscontro sul piano interno è positivo: diciamo che se avessero le elezioni le vincerebbero».
Anche la giornalista Paola Ferrari ci tiene a far sapere di avere le idee chiare, anzi chiarissime. Per non aver fermato la coppia di sessantenni cinesi ricoverata allo Spallanzani «ministro degli Interni e della Salute dovrebbero dimettersi subito».
Leggi anche: Le fregnacce di Salvini per fare sciacallaggio sul Coronavirus in Italia