Il sottosegretario Michele Geraci e il rapporto deficit/PIL che non dipende dal PIL

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-23

È nata una stella: dopo le uscite di Toninelli e della Castelli ecco a voi il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico che ci spiega – pallottoliere alla mano – che la mancata crescita del PIL non influenza il deficit perché “il denominatore è molto più grande del numeratore”. Ma le cose non stanno davvero così

article-post

Il senatore della Lega Michele Geraci – sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico – era ospite ieri a Omnibus su La 7. Docente universitario, teorico della convivenza di Reddito di Cittadinanza e Flat Tax ed esperto di Cina era stato addirittura proposto da Salvini come possibile Presidente del Consiglio.

L’algebra di Geraci riuscirà a salvare i conti pubblici?

Ieri a La 7 il sottosegretario ha difeso i risultati del “matrimonio” tra Lega e MoVimento 5 Stelle rispondendo (o meglio non rispondendo) ad una domanda sull’eventuale aumento dell’Iva, il deficit (che i leghisti vorrebbero aumentare) e la crescita del PIL che non è quella sperata ha spiegato che «il rapporto deficit/PIL non dipende dalla crescita del PIL». Il motivo “spiega” Geraci è che dal punto di vista algebrico «siccome è un numero piccolo diviso un numero grande anche se il numero grande invece di fare 100 fa 99 se il PIL non dovesse crescere il rapporto non cambia di molto».

Se il PIL cresce meno del previsto – sta dicendo Geraci – il rapporto con il deficit cambia di poco. Ad esempio la differenza nel rapporto deficit/PIL tra un deficit di due miliardi su un PIL di 100 miliardi (2% del PIL) e un deficit di due miliardi su un PIL di 99 2,02%) sarebbe più o meno la stessa. Questo è vero dal punto di vista matematico ovvero delle frazioni. Ed è vero se parliamo di numeri piccoli. La questione qui non è meramente “algebrica” come dice Geraci ma macroeconomica, e i numeri in gioco, ovvero i valori dietro a quei punticini al numeratore sono decisamente maggiori. Non solo perché come ricorda Gianni Trovati in studio la nozione comune è che «ogni punto di PIL in meno è mezzo punto di deficit in più».

michele geraci rapporto deficit pil - 2
L’espressione esterrefatta di Gianni Trovati del Sole 24 Ore

Il punto è che se diminuisce il PIL diminuisce anche il gettito fiscale (ovvero quanto lo Stato incassa dalle tasse). Anche questo è un concetto abbastanza semplice da capire visto che le tasse si pagano in base a quanta ricchezza viene generata e che quindi meno se ne produce meno tasse lo Stato riesce a raccogliere. È quindi la riduzione delle entrate il problema che il matematico Geraci non considera. Dal momento che un punto di PIL vale circa 17-18 miliardi di euro avere un punto di PIL in meno (ad esempio 99 rispetto a 100) significa avere più o meno 8 miliardi di euro di gettito fiscale in meno. Ed è proprio questa diminuzione del gettito fiscale che provoca l’aumento del deficit. Perché? Perché per compensare il calo delle entrate lo Stato dovrà fare più debito. Quindi, per rispondere a Geraci: la crescita del PIL influenza il rapporto deficit/PIL. Ci sarebbe da ridere se non fosse che Geraci è quello che dice possiamo fare più deficit e che la Flat Tax aiuterà il Paese a crescere.

Leggi sull’argomento: Il silenzio dei sovranisti sullo stupro della ragazza etiope a Roma

Potrebbe interessarti anche