Il paradiso delle bancarelle è a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-18

Entro il 2018 i 15 Municipi di Roma avrebbero dovuto delocalizzare le bancarelle che ostruiscono il traffico, ingombrano i marciapiedi, limitano lo spazio degli incroci e creano problemi di viabilità

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È Roma il paradiso delle bancarelle e dei mutandari. Mentre le inchieste della procura indagano i Tredicine per i permessi agli ambulanti, nella Capitale delle bancarelle  si contano all’incirca 690 posteggi sui 2.189 consentiti (il 30,5% del totale) che dovrebbero abbandonare le attuali postazioni e trasferirsi altrove. E questo sarebbe dovuto accadere già un anno fa: entro il 2018 i 15 Municipi di Roma con l’avallo del Campidoglio avrebbero dovuto delocalizzare le bancarelle che ostruiscono il traffico, ingombrano i marciapiedi, limitano lo spazio degli incroci e creano problemi di viabilità rispettando così le regole imposte dal Piano generale del traffico urbano che, approvato dal Campidoglio nel 2015 (epoca Marino), enunciava sinteticamente: «I Municipi, entro tre anni dall’entrata in vigore del Regolamento, provvedono alla predisposizione dei piani per la ricollocazione delle occupazioni di suolo pubblico ubicate sulle sedi stradali della viabilità principale».  Non se ne è fatto nulla.

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I banchi delocalizzati (Il Messaggero, 18 marzo 2019)

Alcuni municipi devono ancora ultimare i censimenti delle postazioni e le verifiche sulla regolarità dei permessi, altri hanno contato quelle da spostare ma non sanno dove metterle perché le aree alternative scarseggiano. E così Roma si riduce ad essere il paradiso delle bancarelle che prosperano nell’irregolarità. Come mai? Perché anche chi lavora alle bancarelle vota e i loro rappresentanti non mancano di presentare ai politici (non solo di maggioranza, ma anche di opposizione) il conto. E i politici romani sono tanto fessi da pagarlo.

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