Politica

Roberto Perotti spiega perché con il taglio di onorevoli e senatori il parlamento sarà più efficiente

Secondo l’economista e professore dell’Università Bocconi essere meno numerosi sarà un incentivo per i parlamentari a lavorare meglio perché il proprio contributo non sarà più marginale. E poi sarà un  disincentivo a lavorare poco e male: oggi un deputato che non va mai in  Parlamento può sempre confidare nel fatto che gli altri 629 lavoreranno per lui

matteo renzi squadra roberto perotti

Roberto Perotti, professore di Macroeconomia all’Università Bocconi e consulente del governo Renzi alla spending review, spiega oggi in un’intervista al Fatto perché, a suo parere, con il taglio di onorevoli e senatori il parlamento sarà più efficiente:

Secondi i dati di Openpolis, un  terzo dei parlamentari è assenteista. Cambierà qualcosa?
Questo è il principale argomento per sostenere il “sì”. Con il taglio, il Parlamento sarà più efficiente per quattro motivi. Primo: ci sono meno persone e quindi meno confusione. Gli organi  deliberativi  molto grandi non funzionano. Secondo motivo: è più facile monitorare 600 parlamentari che 945. Nessun cittadino oggi sa chi è il parlamentare che lo rappresenta e invece con la riforma non sarà più così. E poi ci sono due incentivi a lavorare di più e meglio…

Perché?
Essere meno numerosi sarà un incentivo per i parlamentari a lavorare meglio perché il proprio contributo non sarà più marginale. E poi sarà un  disincentivo a lavorare poco e male: oggi un deputato che non va mai in  Parlamento può sempre confidare nel fatto che gli altri 629 lavoreranno per lui; se vince il “sì”sarà più difficile  sfruttare il lavoro degli altri.

Per i costituzionalisti del “no” ci sarà meno rappresentanza. È vero?
Su questo punto si è fatta tanta confusione: si è preso uno studio di Camera e Senato per dire che con il taglio dei parlamentari saremo l’ultimo Paese per rappresentanza. In realtà non è così perché il paragone va fatto solo tra i parlamentari eletti nelle altre democrazie: oggi l’It al i a ha 1,6 parlamentari ogni 100.000 elettori e con la riforma ne avrà 1. In linea con gli altri grandi Paesi europei: la Francia ne ha 1,4 (ma c’è una  proposta governativa di tagliarli a 1,1), la Spagna 1,3, il Regno Unito 1,1  e la Germania 0,9.

Il Pd dice che ci vuole una legge elettorale proporzionale.
Non si può stabilire a priori se qualche partito sarà meno rappresentato perché dipende da molti fattori (la distribuzione geografica dei partiti, come saranno disegnati i collegi). Purtroppo il Pd oggi vuole il proporzionale per motivi contingenti e, come Berlusconi, cambia idea a seconda della convenienza del momento.

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