Roberto Perotti spiega perché con il taglio di onorevoli e senatori il parlamento sarà più efficiente

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-31

Secondo l’economista e professore dell’Università Bocconi essere meno numerosi sarà un incentivo per i parlamentari a lavorare meglio perché il proprio contributo non sarà più marginale. E poi sarà un  disincentivo a lavorare poco e male: oggi un deputato che non va mai in  Parlamento può sempre confidare nel fatto che gli altri 629 lavoreranno per lui

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Roberto Perotti, professore di Macroeconomia all’Università Bocconi e consulente del governo Renzi alla spending review, spiega oggi in un’intervista al Fatto perché, a suo parere, con il taglio di onorevoli e senatori il parlamento sarà più efficiente:

Secondi i dati di Openpolis, un  terzo dei parlamentari è assenteista. Cambierà qualcosa?
Questo è il principale argomento per sostenere il “sì”. Con il taglio, il Parlamento sarà più efficiente per quattro motivi. Primo: ci sono meno persone e quindi meno confusione. Gli organi  deliberativi  molto grandi non funzionano. Secondo motivo: è più facile monitorare 600 parlamentari che 945. Nessun cittadino oggi sa chi è il parlamentare che lo rappresenta e invece con la riforma non sarà più così. E poi ci sono due incentivi a lavorare di più e meglio…

Perché?
Essere meno numerosi sarà un incentivo per i parlamentari a lavorare meglio perché il proprio contributo non sarà più marginale. E poi sarà un  disincentivo a lavorare poco e male: oggi un deputato che non va mai in  Parlamento può sempre confidare nel fatto che gli altri 629 lavoreranno per lui; se vince il “sì”sarà più difficile  sfruttare il lavoro degli altri.

Per i costituzionalisti del “no” ci sarà meno rappresentanza. È vero?
Su questo punto si è fatta tanta confusione: si è preso uno studio di Camera e Senato per dire che con il taglio dei parlamentari saremo l’ultimo Paese per rappresentanza. In realtà non è così perché il paragone va fatto solo tra i parlamentari eletti nelle altre democrazie: oggi l’It al i a ha 1,6 parlamentari ogni 100.000 elettori e con la riforma ne avrà 1. In linea con gli altri grandi Paesi europei: la Francia ne ha 1,4 (ma c’è una  proposta governativa di tagliarli a 1,1), la Spagna 1,3, il Regno Unito 1,1  e la Germania 0,9.

Il Pd dice che ci vuole una legge elettorale proporzionale.
Non si può stabilire a priori se qualche partito sarà meno rappresentato perché dipende da molti fattori (la distribuzione geografica dei partiti, come saranno disegnati i collegi). Purtroppo il Pd oggi vuole il proporzionale per motivi contingenti e, come Berlusconi, cambia idea a seconda della convenienza del momento.

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