Roberto Fiore e Giuliano Castellino accusati di terrorismo: guidarono l’assalto alla Cgil

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2021-12-15

I leader di Forza Nuova Roberto Fiore e Giuliano Castellino sono indagati dalla Procura di Bari per “addestramento ad attività con finalità di terrorismo”. Per l’assalto alla Cgil la Procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato

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Attualmente ci sono sei procure, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, che indagano sui leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore. Entrambi sono detenuti in carcere dal giorno dopo l’assalto alla sede nazionale della Cgil a Roma del 9 ottobre, avvenuto in seguito a una manifestazione contro il Green Pass in cui ad arringare la folla c’erano i due neofascisti. I fatti risalgono a due mesi fa, e nel frattempo la procura di Roma è arrivata ad avere un quadro sufficientemente chiaro su quanto accaduto da decidere di chiudere le indagini e proporre il giudizio immediato per i due militanti e gli altri indagati.

Le accuse di terrorismo per Fiore e Castellino

La procura di Bari invece – riporta Repubblica – in seguito a un’indagine aperta nei mesi che hanno preceduto l’assalto partito da Piazza del Popolo ha iscritto nel registro degli indagati Fiore e Castellino con l’accusa di addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale. Per quanto riguarda il filone Capitolino, il processo potrebbe svolgersi già a febbraio: per il solo reato di devastazione e saccheggio, gli indagati rischiano tra gli 8 e i 15 anni di carcere. Fiore e Castellino dovranno rispondere anche di incitamento alla violenza e violenza privata nei confronti di poliziotti e carabinieri che tentarono di proteggere la sede sindacale. Assieme a loro sono detenuti anche l’ex nar Luigi Aronica e gli attivisti Pamela Testa e Salvatore Lubrano, accusati di devastazione e saccheggio e violenza privata. Misure cautelari anche per altri sei manifestanti, tra i quali il leader di Forza Nuova Verona, Luca Castellini. Biagio Passaro, portavoce del movimento “Io Apro” che si era filmato durante la devastazione alla Cgil, è tornato in libertà nelle scorse settimane.

Il ruolo di Roberto Falco nell’assalto alla Cgil

Tronando sull’inchiesta di Bari, Repubblica menziona anche il ruolo cruciale di Roberto Falco, accreditatosi alla manifestazione di inizio ottobre come rappresentante dei ristoratori che chiedevano riaperture certe ma accusato di usare questo pretesto per guidare la folla all’eversione. “Si rileva — si legge in un’informativa riservata — la presenza di un gruppo pubblico, creato in data 25 marzo 2020, i cui iscritti, facendo leva sulla situazione di difficoltà economica e occupazionale, acuita dalle misure per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19, inneggiano palesemente alla rivoluzione, al disordine sociale, alla necessità di saccheggiare i supermercati e organizzare manifestazioni, anche violente, contro il governo italiano e i suoi rappresentanti”.

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