Roberto Fico e il M5S che difende la libertà di stampa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-11-29

Il presidente della commissione RAI invita gli attivisti a trasparenza e correttezza. Poi riesce a difendere gli insulti di Beppe nei confronti dei giornalisti

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Roberto Fico, ex componente del direttorio del MoVimento 5 Stelle e presidente della Commissione di Vigilanza RAI, in un’intervista rilasciata oggi ad Andrea Carugati per la Stampa si discolpa – con molte ragioni – sulla vicenda delle fake news e sul collegamento (labile, labilissimo) con il M5S, ma insieme chiede a chi gestisce siti che sostengono i grillini a essere corretti e trasparenti:

Voi avete attaccato il New York Times. E tuttavia il legame tra i vari siti è stato provato.
«Guardi, ho letto che il legame tra i vari siti è un tale Marco Mignogna. È la prima volta che leggo il suo nome, non ha mai lavorato con noi. Noi abbiamo un network trasparente, fatto dal blog e dai nostri profili, che arriva a dieci milioni di persone. Se qualcuno realizza siti e scrive stupidaggini non è un nostro problema. Semmai è il Pd, che sul web è indietro di 20 anni, pensa di vincere con le tv e poi cade, come al referendum. Per questo si arrabbiano e si inventano queste polemiche da asilo contro di noi».
Andrea Stroppa, l’esperto di rete che è stato fonte del Nyt, sostiene che un singolo non può realizzare siti così complessi.
«Insisto, non è un problema del M5S. Stroppa ha lavorato con Renzi e Marco Carrai. Questo è un fatto».
Esiste il rischio che la prossima campagna sia influenzata da fake news sul web?
«Credo di no. E comunque non in modo tale da influenzare il risultato. Pesano molto di più i condizionamenti tradizionali, come lo scambio politico mafioso. O gli impresentabili: se quelli delle liste di Musumeci fossero stati esclusi, avremmo vinto in Sicilia».

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Poi, in un’acrobazia dialettica di rara creatività, riesce a dire che il MoVimento 5 Stelle in parlamento “difende la libertà di stampa”, cosa che in effetti è accaduta, ma solo ed esclusivamente quando la stampa scriveva qualcosa che loro potevano utilizzare per attività e propaganda politica:

Che messaggio lancia a chi gestisce siti che vi sostengono e producono false notizie?
«Invito tutti, non solo chi sostiene noi, alla correttezza e alla trasparenza, sia che si parli di politica che di altro. Ma invito anche i giornalisti a fare il loro lavoro con correttezza».
Grillo ha detto ai cronisti «vorrei mangiarvi per vomitarvi». E spesso attacca i precari da 10 euro a pezzo. Le pare corretto?
«Ci siamo sempre mossi a difesa dei precari, anche con atti parlamentari. Beppe ha i suoi modi, i suoi toni, lo conosciamo tutti. Sotto il suo hotel a Roma si crea sempre una situazione surreale con la stampa, lui reagisce con l’ironia anche dura».
Va anche oltre.
«Le sue battute dure non si sono mai tradotte in atti contro i giornalisti, anzi in Parlamento difendiamo la libertà di stampa».

In effetti è curioso che si sostenga che le battute di Grillo “non si sono mai tradotte in atti contro i giornalisti” come se questo fosse un merito. E come se scatenare una gara di insulti non sia, in effetti, la stessa cosa:
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