L’ultima mossa del M5S: tentare di cancellare il voto di fiducia al Senato (ma Draghi dice no)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-14

L’operazione, come riportano diverse fonti, sarebbe condotta dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico d’Incà che avrebbe iniziato a interloquire con i partiti

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Come evitare la crisi di governo? Non facendo un passo indietro, ma aprendo le porte alla possibilità di un rinvio del voto di fiducia previsto oggi (con la seduta già iniziata a Palazzo Madama) sul dl Aiuti al Senato o modificando la procedura. A condurre le operazione è un Ministro del Movimento 5 Stelle – Federico D’Incà, che si occupa dei Rapporto con il Parlamento -, che questa mattina ha convocato i capigruppo dei vari partiti e gruppi parlamentari per sondare la possibilità di una cancellazione di quanto in programma oggi, aprendo a una nuova possibilità. Non si sa se l’operazione sia stata condotta a nome dei pentastellati.

Rinvio voto fiducia al Senato, l’ultimo tentativo del M5S

Il nome di Federico d’Incà, infatti, era tra quelli dei pentastellati che non volevano arrivare alla crisi di governo. Una parte, una minoranza, dell’universo M5S che avrebbe voluto evitare l’uscita dall’Aula in occasione del voto di fiducia al governo sul dl Aiuti al Senato. E come riportano AdnKronos e SkyTg24, proprio il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, sta tentando di scongiurare questa crisi. In che modo? Le opzioni possibili sono due.

La prima, quasi impossibile da perseguire, riguarda un rinvio voto fiducia al Senato. La seconda, che però deve ricevere il via libera del governo (e anche dai vari partiti dell’arco parlamentare del Senato), è più articolata. Come spiega il direttore dell’Ansa Luigi Contu, l’ipotesi è quella di cancellare – di fatto – la richiesta della mozione di fiducia avanzata la scorsa settimana dell’esecutivo, per poi procedere con un voto diretto sul testo del tanto contestato (dal MoVimento 5 Stelle) dl Aiuti.

 

Insomma, niente voto di fiducia al governo (che al Senato, a differenza di quanto accade alla Camera, non può essere slegato dal voto di fiducia su un provvedimento), ma un ricordo al voto articolo per articolo, comma per comma. Passaggio per passaggio. Emendamento per emendamento. Una missione quasi impossibile (Italia Viva, per esempio, ha già fatto trapelare il suo parere negativo di fronte a questa ipotesi) anche per i tempi ristretti: il testo deve essere necessariamente approvato prima della sua scadenza, ovvero sabato 16 luglio. L’ipotesi è poi definitivamente tramontata, come scrive Ansa, perché Draghi ha indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia al Senato sul dl aiuti come riferiscono fonti del ministero per i rapporti col Parlamento.

(Foto IPP/Fabio Cimaglia)

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