«I rimborsi dei truffati dalle banche saranno bloccati»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-15

La norma appena approvata da Lega e M5S era stata bocciata dal Tesoro perché Bruxelles potrebbe contestarla

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Carlo Di Foggia sul Fatto Quotidiano oggi racconta della norma firmata da Lega e M5S per il rimborso dei 300 mila piccoli investitori coinvolti nel crac delle banche (da Etruria & C. alle due popolari venete). In manovra il governo ha stanziato 525 milioni l’anno fino al 2021 per indennizzarli: potranno accedervi ex azionisti e detentori di bond subordinati (per i primi il rimborso è al 30%, per i secondi al 95%, entro i 100 mila euro). C’è però un problema:

Nella prima versione del provvedimento, approvata alla Camera, era previsto l’obbligo di dimostrare di essere stati spinti ad acquistare i titoli dalle banche in violazione delle norme a tutela dei risparmiatori con una sentenza favorevole del tribunale o dell’Arbitro finanziario Consob (Acf). Al termine di un lungo negoziato tra le associazioni dei risparmiatori – spaventate dal rischio che la trafila burocratica avrebbe precluso a molti l’indennizzo –e i due alleati di governo, in persona dei due sottosegretari Alessio Villarosa (M5S) e Massimo Bitonci (Lega), la norma è stata modificata.

Si è deciso di concedere il rimborso in maniera generalizzata in virtù di “violazioni massive degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza ” (misselling) indicati dal Testo unico della finanza. Il “misselling”, insomma, non verrà più verificato caso per caso e riguarderà anche chi ha acquistato i titoli non direttamente dalle banche. All’indennizzo potranno accedere poi anche Onlus e microimprese.

alessio villarosa idea finanziaria

E qui nasce il problema. Il Tesoro, in un documento firmato da Alessandro Rivera, boccia le due modifiche:

“L’eliminazione della condizione dell’accertamento edel relativo danno e la conseguente automatica corresponsione dell’indennizzo, in ragione di criteri vaghissimi e non qualificanti – scrivono i tecnici di Rivera – non possono essere considerati compatibili con i limiti imposti dall’Ue”. Anche perché, annotano, l’indennizzo riguarderebbe soprattutto gli azionisti che, a differenza degli obbligazionisti, “posseggo no strumenti di capitale di rischio e non di debito”.

Anche l’eliminazione del vincolo di aver acquistato i titoli direttamente dalle banche e l’apertura ai rimborsi a Onlus e microimprese viene dipinto come foriero “con ogni probabilità di arrivare all’apertura di una procedura di infrazione Ue”. I tecnici spiegano chela prima versione del testo aveva avuto il via libera di Bruxelles e avvisano che ora servirà un nuovo passaggio. E nell’attesa dubitano che “si possa procedere a dare applicazione alla norma”, cioè a versare i rimborsi, per il rischio “di imputazione di danno erariale”.

Leggi sull’argomento: La figuraccia di Bonafede sulla norma salva-leghisti

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