Attualità
Lo spettacolo della monnezza di Roma a Report
Giovanni Drogo 27/03/2018
Ieri a Report è stato spiegato perché i romani pagano una delle TARI più alte d’Italia: i rifiuti vengono smaltiti da impianti che non sono di AMA perché quelli della municipalizzata funzionano poco e male. E alla faccia della trasparenza ai giornalisti non è stato nemmeno concesso di entrare nei TMB di Rocca Cencia e Nuovo Salario
Ieri sera Report ha mandato in onda la puntata dal titolo “Girano le ecoballe” dove Claudia Di Pasquale che ha seguito il flusso dei rifiuti da Sud a Nord (e da Nord a Sud). Quello dei rifiuti e delle discariche è un business per pochi. Ad esempio dietro i 44 inceneritori italiani – spiega Report – ci sono le quattro grandi multiutilty italiane la a2a, Hera, Iren e la romana Acea. Secondo Report i comuni che partecipano a queste multiutility hanno bisogno degli inceneritori perché a fine anno vengono staccati i dividendi con i quali poi vengono sanate le casse comunali. Report ha poi messo il dito nella piaga nella gestione della raccolta dei rifiuti nella Capitale, affidata alla municipalizzata AMA.
Come funziona la raccolta dei rifiuti a Roma?
Le gestione dei rifiuti è disastrosa in molte parti d’Italia. A certificarlo sono le multe comminate regolarmente dall’Unione Europea al nostro Paese. Roma non fa eccezione e senza dubbio sconta anni di malagestione quando non addirittura – sostengono i PM – di studiata creazione di emergenze per favorire il patron di Malagrotta, la discarica chiusa da Marino nel 2013. Nella Capitale però l’emergenza rifiuti non è mai finita del tutto e anche l’attuale amministrazione pentastellata ci ha dovuto fare i conti. Ciononostante Roma – che rimane la città dove il costo pro capite della TARI è più alto – ha potuto beneficiare dell’incredibile sconto sulla TARI pari allo 0,73%.
Come abbiamo scritto più volte su neXt Quotidiano uno dei principali problemi di Roma è la carenza di impianti per il trattamento dei rifiuti. Ad esempio il Comune dispone di un solo impianto per il compostaggio, ovvero quelli destinati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata. Come è noto il Comune ha intenzione di realizzarne altri due e il 2 marzo scorso (a ridosso delle elezioni) ha finalmente inviato i progetti in Regione.
Massimo Bagatti, direttore operativo di AMA dice che Roma porta fuori regione solamente 90mila tonnellate di indifferenziato, 400mila sono a Roma e le altre sono a Frosinone (dove una parte viene bruciata nell’inceneritore di San Vittore), Aprilia ma anche Vienna e Colonia. Per il trasporto dei rifiuti negli impianti di smaltimento fuori città il Comune paga 150 euro a tonnellata. La relazione annuale sullo stato dei servizi pubblici locali e sull’attività svolta pubblicata dall’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi di Roma Capitale dice però che i TMB Ama trattano solo un terzo dell’indifferenziato romano.
Complessivamente, scriveva l’Agenzia, 230 mila tonnellate l’anno vengono esportate in Emilia Romagna, Marche, Molise e Abruzzo (dove finiscono 40mila tonnellate l’anno di indifferenziata). Una volta trattati poi vanno in Emilia Romagna, Toscana, Molise e in Veneto (a Padova) per finire negli inceneritori o nelle discariche.
Le ecoballe di Giuseppina Montanari sui rifiuti
Ma non c’è solo la carenza a livello impiantistico. Anche negli impianti che ci sono non lavorano bene. I due TMB romani sono quello di Rocca Cencia e quello del Nuovo Salario. Due impianti che hanno un forte impatto sulla popolazione a causa della forza puzza che emanano. Report racconta che non è stato concesso il permesso di accedere ai due impianti, contrariamente a quanto accaduto in altre parti d’Italia. L’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari si è giustificata dicendo che a lei personalmente la richiesta non è pervenuta e che non le è arrivata alcuna richiesta “come assessorato”.
Report però ha pubblicato la richiesta, fatta pervenire in data 20 febbraio, e inviata proprio all’assessorato all’Ambiente di Roma Capitale. Altre richieste sono state fatte ad AMA, sempre senza risposta. Inoltre i risultati delle analisi di ARPA Lazio è emerso che i rifiuti trattati nei due TMB romani non sono “trattati bene” con valori dell’indice respirometrico di quattro volte superiore al consentito. Che sia per quello che nei dintorni dei due TMB romani si muore di puzza. È chiaro che la situazione attuale è frutto di scelte sbagliate compiute nel passato. Ma cosa sta facendo il Comune per invertire la rotta? I rifiuti continuano ad essere esportato, gli impianti sono sottodimensionati. I 5 Stelle sono da sempre contrari agli inceneritori ma Roma continuano ad utilizzarli tramite le società cui appalta lo smaltimento. Cosa succederà quando Roma raggiungerà il 70% della differenziata senza avere impianti di compostaggio adeguati? Anche la frazione organica verrà smaltita “fuori” e i costi non diminuiranno.