Chi sono i responsabili: esistono davvero?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-01-14

Riuscirà Giuseppe Conte a trovare una ciurma di “responsabili” che lo sostenga in Senato? Ecco quali sono i nomi che girano. E il rischio che in realtà non si faccia avanti nessuno

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Ma questi responsabili esistono? Hanno un volto, un partito, almeno un gruppo misto? A quanto pare, la conta è iniziata sin dalle vacanze di Natale e l’opzione è sempre stata messa sul tavolo da Giuseppe Conte, quasi fosse uno schermo difensivo, uno spauracchio per costringere Matteo Renzi a rinunciare ad apparecchiare la crisi. E ora che il guanto di sfida è stato lanciato, con il leader di Italia Viva che «ha dimesso» le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti (oltre al sottosegretario Ivan Scalfarotto), l’opzione responsabili resta tra quelle in piedi per provare a trovare in aula una maggioranza diversa da quella attuale.

Il gioco dei responsabili

Il problema, principalmente, resta in Senato, dove i componenti di Italia Viva sono 18 e sono decisivi per raggiungere la soglia magica di 161 senatori (ovviamente, con Palazzo Madama al gran completo: i fatti, invece, testimoniano che sui presenti i numeri per avere la maggioranza si abbassano). Per ricomporre una maggioranza striminzita servirebbero almeno 11 senatori. Alcune voci raccolte oggi dal Corriere della Sera, tuttavia, parlano già di 12 senatori pronti a entrare in gioco per soccorrere il governo. Un numero che potrebbe garantire la formazione di un nuovo gruppo parlamentare (il requisito minimo è di 10 senatori) con lo specchietto per le allodole rappresentato dai simboli già esistenti a Palazzo Madama (quello del Maie, ad esempio, o quello del Psi – già andato in soccorso a Italia Viva -, o ancora quello dell’Udc). Il bacino di senatori più numeroso e potenzialmente da persuadere siederebbe nel gruppo misto. Da De Falco a De Bonis, passando per Tommaso Cerno, fino ad arrivare agli Udc Lorenzo Cesa, Paolo Binetti e Antonio De Poli.

responsabili chi sono crisi di governo

Sarebbero loro a guidare una pattuglia che – secondo il Mattino – potrebbe arricchirsi anche di nuovi progetti e Think-tank che hanno come orizzonte quello della fine della legislatura e lo esplicitano nei nomi dei loro progetti, da Italia 20-23 a Italia 23. Dica 23, insomma. Raffaele Fantetti, che vive a Londra, è l’animatore di quest’ultimo gruppo che potrebbe, in qualche modo, fare da stampella alla legislatura. Infine ci sono i renziani pentiti, quei senatori di Italia Viva che potrebbero essere stati infastiditi dall’atteggiamento di rottura del loro leader Matteo Renzi. Già ieri, dopo la relazione di Roberto Speranza, qualcuno di loro – come Donatella Conzatti, “acquistata” direttamente da Forza Italia – è sembrato orientato a restare in maggioranza. Nonostante le dimissioni delle ministre di qualche ora più tardi. La partita resta quantomeno cervellotica. Proprio nelle ultime ore, infatti, i pontieri del Pd – che stanno analizzando con attenzione i meccanismi parlamentari – sembrano orientati a chiudere qualsiasi ipotesi di soccorso in aula alla maggioranza. Al momento, fanno sapere dal Nazareno, non ci sono le condizioni. Insomma, i responsabili non ci sono. O, se ci sono, non si vedono. 

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