Report: da dove arriva il pesce che mangiamo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-16

La grande quantità di pesce sflilettato favorisce la sostituzione con specie più economiche, ma spacciate per pregiate e costose. Succede al mercato, nei ristoranti e anche nelle mense scolastiche

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Nella puntata di Report di oggi ci sarà un servizio sul pesce che mangiamo. Secondo recenti studi della Fao, gli italiani sono i più grandi truffatori al mondo in materia di etichette del pesce: il 22,5 per cento, infatti, è ingannevole. Le etichette esposte sui banchi nei mercati e nelle pescherie dovrebbero evitare al consumatore inganni invece mancano spesso di elementi essenziali, come l’indicazione sulla conservazione, cioè se fresco o congelato, l’aggiunta di additivi e la provenienza. La grande quantità di pesce sflilettato favorisce la sostituzione con specie più economiche, ma spacciate per pregiate e costose. Succede al mercato, nei ristorante e anche nelle mense scolastiche. Ma la truffa in pescheria è solo l’ultimo anello di una catena che parte da lontano e inizia con le frodi in mare: pesca illegale praticata con strumenti non consentiti o in luoghi protetti. Ma perché i pescherecci si spingono oltre il limite consentito? Mari e oceani sempre più sfruttati stanno subendo un continuo impoverimento delle riserve ittiche.

Il pesce pescato oggi — rivela l’inchiesta di Report — è in grado di coprire solo una parte della richiesta del mercato: circa il 50 per cento di quello che arriva sulle nostre tavole è allevato. La produzione intensiva in acquacoltura pone, tra l’altro, interrogativi e problemi. Gli antibiotici usati per contrastare le malattie causate dalla promiscuità dei pesci nelle gabbie, i mangimi costruiti artificialmente con l’aggiunta di additivi sintetici e percentuali elevate di grasso: tutto finisce nelle carni del pesce allevato e quindi nei nostri piatti.

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