Come Renzi vuole fare il Salvini del governo giallorosso

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-09-18

Tutti lo negano perché in molti lo pensano: la strategia del senatore di Scandicci è quella del guastatore. Ma la posizione di rendita è indebolita dal terrore renziano di elezioni anticipate

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“Finalmente mi sono ripreso la libertà”, fa sapere Matteo Renzi nel retroscena pubblicato sulla Stampa, dal quale si evince che, come al solito (ma non l’avevamo già sentita questa?), “la nuova formazione non è né di destra né di sinistra”.

Come Renzi vuole fare il Salvini del governo giallorosso

Perché  “Italia viva (questo il nome prescelto) sarà una formazione corsara, che in Parlamento e nei talk show alzerà continuamente il prezzo, contratterà ogni provvedimento, incasserà tutto quello che riuscirà a portare a casa. Spiazzando il Pd – ecco il punto – una volta a destra e una volta a sinistra”, spiega ancora Fabio Martini prefigurando quello che tutti negano perché se lo attendono e lo temano: il senatore di Scandicci è pronto a fare il Salvini del governo giallorosso, secondo una traiettoria politica convergente con quella del MoVimento 5 Stelle. E quando si corre tutti verso lo stesso punto il risultato del crash è inevitabile.  Della questione sembra perfettamente cosciente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ieri ha detto a Zingaretti «Adesso siamo in tre». Annalisa Cuzzocrea su Repubblica spiega che il premier pensava di poter offrire qualcosa di più ai renziani del Pd e fermare uno scisma che era nella testa dell’ex segretario da mesi, ma dalla risposta del senatore di Firenze ha subito capito che il punto non era quello. Che non si tratta di qualche casella, ma di un peso specifico ben maggiore: numeri decisivi al Senato, dove tutto finisce sempre per ballare.

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I numeri al Senato (La Repubblica, 18 settembre 2019)

E se nell’intervista rilasciata al giornale Graziano Delrio nega che Renzi possa fare il Salvini del governo giallorosso la strategia, spiega Francesco Verderami, non può essere che quella:

Per rafforzarsi avrà bisogno di tempo e di visibilità, e Conte ha compreso come proverà a ottenerla: entrando in conflitto col governo e in competizione con i Cinque Stelle, lasciando al Pd il faticoso compito di mediare. D’altronde se Renzi non lo facesse si ridurrebbe al ruolo di junior partner, una sorta di Leu in versione centrista. «Solo che iniziando ad appiccare incendi — paventa un ministro dem — c’è il rischio che esploda tutto, perché i grillini non sono democristiani e Di Maio non è Rumor».

Vero,come però è vero che né Pd né M5S hanno alternative al completamento della legislatura. Ed è su questo che l’ex premier fa affidamento, puntando a ingrossare le file di Italia Viva con «un po’ di persone di Forza Italia che non vogliono morire leghiste» e con esponenti ed elettori dem che «verranno con noi appena vedranno D’Alema e Bersani».

Italia Viva: il progetto centrista di Renzi

D’altro canto lo spazio politico da occupare per un progetto né di destra né di sinistra è tradizionalmente il centro. E lo stesso Verderami ricorda come dalla scomparsa della Dc si contano 25 progetti centristi, alcuni assorbiti nei due poli, altri scomparsi, tutti comunque falliti. Italia Viva sarà il ventiseiesimo esperimento. Anche per Massimo Franco sul Corriere della Sera spiega la mossa di Renzi è un colpo al premier e un assist a Salvini:

Ma soprattutto, la lacerazione restituisce a un Salvini sconfitto nella «sua» crisi e imbarazzato dall’uso strumentale di una bambina sul palco di Pontida, la possibilità di tornare all’attacco. E puntando più in alto. In un gioco di sponda forse involontario ma oggettivo, con una manovra spregiudicata Renzi offre al capo del Carroccio un’arma sia contro il premier sia contro il capo dello Stato.

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Ma lo stesso Franco segnala che questo gioco ha una limitazione ben precisa: la posizione di rendita è indebolita dal terrore renziano di elezioni anticipate. Lo stesso Renzi ha detto che la sua formazione non vuole presentarsi alle elezioni prima di un anno, segnando così implicitamente la durata minima del Conte Bis, e che spera che la legislatura vada alla sua naturale conclusione nel 2023 (anche perché così avrà voce in capitolo sull’elezione del presidente della Repubblica). Per far cadere il governo Conte Bis a Renzi servirà comunque un importante casus belli e una legge elettorale che gli consenta di tornare in parlamento. Di più: come insegna +Europa, serve una legge che consenta di tornare in parlamento non solo a lui, ma almeno a tutta la pattuglia che oggi lo segue nella nuova avventura. Diversamente, sarà difficile trovare eroi pronti a seguirlo in un’avventura che rischia di essere una renzata.

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