Il Remdesivir funziona contro il Coronavirus?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-30

Ieri la GILEAD ha pubblicato i risultati incoraggianti di uno studio condotto negli USA, non ancora analizzati dagli scienziati. Mentre un altro studio pubblicato su The Lancet sostiene il contrario

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“Inutile lasciarsi confondere da notizie contrastanti, da un lato entusiastiche e dall’altro deludenti, sull’efficacia del farmaco Remdesivir contro il nuovo Coronavirus SARS-COV-2. Aspettiamo di avere più dati in studi pubblicati su riviste scientifiche e non giudichiamo da semplici voci”: Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, con l’agenzia di stampa AGI smorza alcuni degli entusiasmi di queste ore sul farmaco di Gilead usato per l’Ebola e che è sotto sperimentazione per testarne gli effetti su COVID-19.

Il Remdesivir funziona contro il Coronavirus?

La prudenza dell’esperto è giustificata dai risultati contrastanti di alcuni studi sul farmaco. Ieri Gilead ha infatti pubblicato un comunicato stampa in cui ha raccontato i risultati di uno studio chiamato Simple condotto su pazienti gravi. Secondo i test, che sono stati inviati ad una rivista scientifica per la revisione, il 50% dei pazienti trattati ha mostrato miglioramenti in 10 giorni con la terapia breve, e in 11 con quella lunga. Più del 50% dei pazienti di entrambi i gruppi è stato dimesso dall’ospedale entro il giorno 14 (il 60% per la terapia breve e il 52,3% per quella lunga). Il farmaco è risultato ben tollerato da entrambi i gruppi di pazienti. “Questi dati sono incoraggianti – ha detto Aruna Subramanian della Stanford University, uno degli autori principali – anche se servono dati aggiuntivi, questi risultati ci danno un’idea più chiara su come il trattamento può essere ottimizzato”.

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Lo studio di Gilead sul Remdesivir

I risultati sono stati benedetti da Anthony Fauci, il virologo “In chief” della Casa Bianca, e hanno fatto volare il titolo in Borsa. Ma intanto un altro studio pubblicato ieri sulla rivista medica The Lancet lo ha contraddetto, visto che secondo un altro test condotto in Cina i cui risultati erano stati pubblicati per errore dall’OMS qualche giorno fa il remdesivir “non accelera il recupero nei pazienti con Covid-19 in pazienti critici”. Nell’articolo conclusivo, pubblicato da Lancet, gli stessi ricercatori invitano però a prendere con le molle i risultati per le piccole dimensioni del trial. Nello studio sono stati arruolati 237 pazienti adulti, che sono stati assegnati casualmente al trattamento con remdesivir o a un placebo per 10 giorni. “Sfortunatamente il nostro test ha trovato che, sebbene sia sicuro e adeguatamente tollerato, il remdesivir non fornisce benefici significativi rispetto al placebo – spiega Bin Cao, della Capital Medical University cinese. Non è il risultato in cui speravamo, ma dobbiamo tenere a mente che siamo riusciti ad arruolare solo 237 dei 453 pazienti che speravamo. Inoltre le restrizioni nella disponibilità dei letti ha fatto sì che la maggior parte dei pazienti sia stata arruolata con la malattia in fase avanzata”. Intanto però la Food and Drugs Administration americana si è detta pronta ad autorizzare in emergenza l’uso del farmaco sperimentale remdesivir per trattare i pazienti affetti da coronavirus. “Ad oggi abbiamo davvero pochi dati che ci consentano di prevederne l’efficacia o l’eventuale insorgenza di effetti collaterali, che credo siano simili a quelli di altri antivirali, come ad esempio malessere generale”, ha però detto Garattini. Per avere un’idea più chiara sul farmaco bisognerà quindi aspettare. “A mio avviso entro fine maggio avremo i dati della sperimentazione attualmente in corso in Italia e allora avremo qualcosa su cui valutare l’efficacia del farmaco”, dice Garattini. “Per adesso ci sono solo voci e impressioni”, conclude.

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