Le regole per l’aria condizionata ai tempi del Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-10

Il rapporto che fornisce le raccomandazioni da seguire sia negli ambienti domestici che lavorativi per mantenere un buon livello di qualità dell’aria indoor, in relazione al contenimento del rischio di contagio da Covid-19

article-post

C’è un rapporto che fornisce le raccomandazioni da seguire sia negli ambienti domestici che lavorativi per mantenere un buon livello di qualità dell’aria indoor, in relazione al contenimento del rischio di contagio da Covid-19. Il Messaggero oggi lo illustra nei dettagli, con particolare attenzione alla questione dell’aria condizionata e del Coronavirus, tenendo conto del fatto che secondo Giovanni Rezza dell’ISS non c’è prova di aerosol:

Secondo gli scienziati dell’Iss, la qualità dell’aria indoor negli ambienti lavorativi,indipendentemente dagli effetti sulla salute, ha un’importante influenza sulle prestazioni e sul benessere fisico e mentale dei lavoratori (es. aumento/perdita della produttività, concentrazione, tempi di reazione, livello di motivazione e soddisfazione, competenze professionali, riduzione delle giornate di assenza, stress, aumento dei costi sanitari e di assistenza a carico del lavoratore, del Servizio Sanitario Nazionale).

Pertanto, risulta fondamentale considerare i rapporti strettissimi che intercorrono tra attività, mansioni (molto diverse) e i comportamenti dei lavoratori, caratteristiche di qualità della struttura edilizia, presenza e l’utilizzo di impianti tecnologici (es. Ventilazione Meccanica Controllata), presenza e utilizzo di impianti fissi (es. pompe di calore, fancoil, o termoconvettori), presenza di addetti/operatori professionali di ditte esterne (es. pulizia, manutenzione, fornitori, attività di pulizia e sanificazione ordinarie e straordinarie, le manutenzioni). Negli stabili dove ci sono le finestre, è facile l’aerazione.

aria condizionata coronavirus aerosol

Negli edifici dotati di specifici impianti di ventilazione che movimentano aria attraverso un motore/ventilatore e consentono il ricambio dell’aria di un edificio con l’esterno, questi impianti devono mantenere attivi l’ingresso e l’estrazione dell’aria 24 ore su 24, 7 giorni su 7 (possibilmente con un decremento dei tassi di ventilazione nelle ore notturne).

In questo periodo di emergenza per aumentare il livello di protezione, deve essere eliminata totalmente la funzione di ricircolo dell’aria per evitare l’eventuale trasporto di agenti patogeni (batteri, virus, ecc.) nell’aria. Un altro aspetto cruciale della sanificazione è la pulizia: occorre garantirla a fine turno con la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi. Il cosiddetto “allegato 6” dà una serie di prescrizioni. La sanificazione deve essere curata non dalla ditta che svolge le pulizie ma da aziende specializzate con prodotti specifici, tipo liquidi che hanno un cloro attivo dello 0,1%, ipoclorito di sodio con percentuale del 5%.

Leggi anche: Luca Zaia e il Coronavirus che «se perde forza vuol dire che è artificiale»

 

Potrebbe interessarti anche